Siamo prossimi alla pubblicazione della EN 1621-3 riguardante i protettori per il petto. Deduco ciò dal fatto che la Spidi parla sul proprio sito di questa norma.
Mi sembra giusto a questo punto riflettere sul futuro della normativa. Ad un quindicennio dal Cambridge Standard (C.S.) esso "resiste audace" come, a mio avviso, massima espressione della protezione per motociclisti. La sua evoluzione "mutilata" (senza il livello 3), la EN 13595, è rimasta praticamente ignorata dai maggiori produttori. Pochissime marcheomologano capi secondo questa normativa: in poche parole gli standard "difficili" (ovvero veramente sicuri) sono poco diffusi, non si è voluto creare interesse nè coscienza tra i consumatori e le case produttrici latitano più o meno in buona fede.
Qualcuno ribatte a questa critica sostenendo che, se le marche non omologano i capi, è per tenere i prezzi bassi. O per non penalizzare il confort. O per l'ergonomia. Chiacchiere.
Quello che ci interessa è la sicurezza. Anche il confort e l'ergonomia sono caratteristiche di sicurezza, ma non possono prescindere dalla protezione. Ad esempio pochissime marche, anche le più pubblicizzate e famose, montano le protezioni sui fianchi, uno dei quattro punti più esposti in caso di incidente. E ciò avviene anche in capi da parecchie centinaia di euro, prezzi spesso paragonabili o superiori a quelli degli omologati. (Continua...)