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Tute Dainese, addio all’Italia

23 replies [Ultimo post]
alexgt
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Joined: 17/01/2010

Non so se è giusto metterlo in questa sezione, non mi picchiare conny Big smile

Che dite, con la delocalizzazione caleranno i prezzi?
Non ci credo neanche se vedo...

Articolo preso da corrieredelveneto.corriere.it

MOLVENA (Vicenza) – Più che un pit stop, questa volta per il marchio Dainese è un vero e proprio stop, almeno per la produzione in Italia. Prima i mesi di difficoltà sul mercato dell’abbigliamento per motociclisti, ora l’accordo firmato con Provincia e sindacati: con l’intesa, che prevede un anno di cassa integrazione straordinaria per 120 dipendenti e fra dodici mesi la mobilità e il licenziamento per circa 80 di questi, si spezza un’icona del Veneto più ricco. Improvvisamente la crisi globale arriva anche a Molvena, il Comune che detiene da anni il primato regionale del reddito medio per abitante più elevato, e coinvolge anche un simbolo dell’imprenditoria illuminata e innovatrice, quel marchio di cui è patron Lino Dainese, noto anche come mecenate e amante dell’arte contemporanea e della cultura.

L’azienda vicentina, che possiede anche i marchi Mavet e Agv, produce abbigliamento per motociclisti e caschi: fra i più famosi ad indossare le sue tute c’è il campione Valentino Rossi. Lo stabilimento della Pedemontana vicentina conta 250 addetti, di cui un centinaio operai, per lo più donne, e realizza il top di gamma delle tute. Dainese ha due stabilimenti anche in Tunisia, e in tutto arriva a 500 addetti. I numeri di bilancio 2008, anche se in forte contrazione rispetto all’esercizio precedente, erano ancora positivi: 105 milioni di euro di ricavi, un margine operativo lordo di 10,2 milioni e un utile di 700 mila euro, seppur con un certo indebitamento, 33,2 milioni di posizione finanziaria netta negativa. «Nel 2009 la crisi ha picchiato duro sul settore motociclistico, in particolare sul mercato dei prodotti per moto superiori ai 300 cc – spiega Giuseppe Sforza, segretario regionale della Filcem Cgil - a Molvena un centinaio di dipendenti ha fatto cassa integrazione ordinaria da marzo a venerdì scorso, quando dopo due mesi di trattative abbiamo firmato l’accordo. Di fatto va a cessare la produzione di tute in Italia, eccetto una ristretta nicchia di qualche centinaio di capi. Il piano industriale presentato, comunque, ci sembra valido e l’azienda prevede di mettere in produzione entro fine anno le tute-airbag, ma questo comporterà solo l’assunzione di qualche tecnico. A noi hanno riferito che nel 2009 c’è stato un calo di fatturato del 25%, ma nel 2010 potrebbe andare ancora peggio: siamo molto preoccupati, inutile negarlo».

Dainese, secondo l’accordo siglato con Cisl e Cgil metterà duemila euro di incentivo da investire in formazione per ogni dipendente in cassa integrazione che decidesse di avviare un percorso di riqualificazione professionale, «con la speranza di ridurre le mobilità» osserva Sforza. È comunque una magra consolazione per un paese come Molvena, abituato a elevati tenori di vita cui da anni il marchio Dainese contribuisce. Infatti ancora nel 2008, a fronte di un reddito medio veneto di 17.132 euro, il piccolo Comune si piazzava in testa alla regione con 23.428 euro. «Molvena è e resta il cuore della Dainese – precisa l’amministratore delegato Franco Scanagatta – il ridisegno organizzativo però, richiede la trasformazione dello stabilimento da sede meramente produttiva a sede di progettazione. L’azienda si vede costretta, suo malgrado, a un intervento di ridimensionamento del personale, che toccherà circa 80 dipendenti: saranno utilizzati tutti gli ammortizzatori sociali possibili. L’obiettivo – conclude - resta quello di confermare alla Dainese un ruolo di leader nel settore della ricerca nelle settore protezioni degli sport dinamici».

admin
ritratto di admin
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Joined: 05/04/2009
Qui va bene... potrei

Qui va bene... potrei effettivamente mettere una sezione per le notizie.

Che dire. Io personalmente direi che siamo vicini a chi viene messo in cassa integrazione e mobilità. Vicini a tutti quelli che lavorano nel comparto dell'abbigliamento e dei motori che vengono lasciati a casa.

In tempi di crisi si eliminano le spese voluttarie... E ovviamente in un mercato fatto da persone che si comprano un giubbino diverso ogni anno per abbinarlo con il colore della moto o degli occhi della morosa...

Oggi le moto giacciono invendute, e chi va in moto o si tiene il giubbino dell'anno scorso o cerca qualcosa di tecnologico che davvero faccia la differenza, che sia davvero sicuro.

Spiace dirlo ma Dainese ha dimostrato negli ultimi dieci anni zero innovazione ma tanto stile e tanta immagine... ha venduto un progno di roba grazie a V. Rossi e grazie alla bellezza dei disegni e alla qualità della fattura.

Ma come tutte le aziende a bassa innovazione e alta immagine paga tanto.

Purtroppo a rimetterci sono gli operai e l'indotto.

Comunque ormai in Italia producevano veramente poco, se non quasi zero.
E gli amici di Dainese che ci leggono mi salteranno al collo, ma secondo me si è colta l'occasione per segare gli ultimi dipendenti in Italia.

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Più che un admin, una colf!

firstlord
ritratto di firstlord
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Joined: 16/11/2009
conny ha scritto: In tempi di

conny ha scritto:

In tempi di crisi si eliminano le spese voluttarie... E ovviamente in un mercato fatto da persone che si comprano un giubbino diverso ogni anno per abbinarlo con il colore della moto o degli occhi della morosa...

Ah ah non posso che quotarti ! Wink

t3o
ritratto di t3o
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Joined: 29/09/2009
ho letto la notizia sul

ho letto la notizia sul corriere.
dal mio punto di vista, hanno colto l'occasione per mandare tutta la produzione all'estero. una vera manna dal cielo per liberarsi di mano d'opera costosa in patria e sfruttare quella estera che costa meno e lavora 12h senza battere ciglio.
eeeeh, la globalizzazione... quando fà comodo alle industrie và benissimo, quando non gli fà più comodo varano leggi a raffica per mantenersi.

conny ha scritto:
In tempi di crisi si eliminano le spese voluttarie...

ne sò qualcosa pure io Laughing out loud

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* art & media *

frabiker (non verificato)
Dovrebbero fare un salario

Dovrebbero fare un salario minimo obbligatorio per le ditte dei Paesi -civili-
se vanno all`estero devono pagare un certo salario, in modo che alla fine gli convenga rimanere dove sono -> e creare il VERO Made In Italy.

Anche i servizi di assistenza clienti (importanti per molte aziende) vengono spesso decentrati. Risultato? quando PayPal mi manda il questionario per la valutazione,
e chiamo in Tunisia, e mi rispondono persone che 1) non mi risolvono il problema
2) non sono italiani , ma parlano con me che lo sono,seppur parlano abb. bene 3) non capiscono quello che dici (nel mio caso) e per quanto gentili ti sembra di parlare con un muro di gomma.. Cosa devo scrivere? decentrate, che si vede e si sente! Punto.

Sosteniamo il lavoro di qualita`, la ricerca, e l`investimento nelle nostre zone,
visto che alla fine siamo Noi che paghiamo il tutto. Vanno in China, pagano 4 soldi operai in un Paese (non civile, per quel che mi riguarda e senza offesa, mi riferisco ai diritti umani) pagare miliardi Valentino Rossi, studiare bene i prodotti (poche persone probabilmente in gamba e italiane impiegate), tornare qui e rivendere a 10 volte tanto, a noi, senza manco offrirci la garanzia dell`Omologazione su tutti i prodotti, senza pensare che quegli articoli hanno dato lavoro onesto e dignitoso a concittadini.
La cosa grave e` che ci sono poche alternative, e` un sistema rodato si vede.
Vedendo un`evoluzione e una ricerca davvero livellata, quasi ingiusta. La ricerca di articoli salvavita quali AirBag non deve essere data in mano a questi signori, ma deve essere gestita a livello Europeo da ricercatori del settore, in maniera autonoma, e finanziata (seriamente). 1 Sola produzione (o poche), 1 distribuzione mondiale a prezzi quindi popolari e onesti. 200/300 ok mi sta bene, ma per qualcosa di veramente studiato per lo scopo, non per far soldi (e il concetto deve essere questo).
Dopo voglio vedere se gli altri hanno il coraggio di proporre certa roba...
Cosi` come e` avvenuto con i test Sharp, ma in maniera ben piu` articolata e mirata.
I 10/20 anni hanno prodotto cosa? robaccia chinese che esplode come un palloncino del Luna Park. Io di tutti i sensori e controsensori non ho visto ancora nulla,
e se vedro` tute da qualche migliaio di euro, bhe` mi faro` una risata.

Ripeto non e` colpa delle aziende
Domani farei 2/3 leggi (ci metto 10 minuti):
1) Omologazioni obbligatorie e ampliamento delle stesse
(secondo livelli studiati con critetio e SENZA poter ascoltare le aziende, ma osservando il mercato e quello che offre oggi, per poterlo stimolare per il domani)
2) Una ditta in un Paese civile, deve dare un minimo salariale come previsto nel Paese di Origine, a tutela dei diritti dell`uomo (altrimenti inutile riempirci la bocca di parole) Dopo decidesse di produrre fuori a basso costo (voglio vedere).

admin
ritratto di admin
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Joined: 05/04/2009
frabiker ha

frabiker ha scritto:
Dovrebbero fare un salario minimo obbligatorio per le ditte dei Paesi -civili-
se vanno all`estero devono pagare un certo salario, in modo che alla fine gli convenga rimanere dove sono -> e creare il VERO Made In Italy.

Anche i servizi di assistenza clienti (importanti per molte aziende) vengono spesso decentrati. Risultato? quando PayPal mi manda il questionario per la valutazione,
e chiamo in Tunisia, e mi rispondono persone che 1) non mi risolvono il problema
2) non sono italiani , ma parlano con me che lo sono,seppur parlano abb. bene 3) non capiscono quello che dici (nel mio caso) e per quanto gentili ti sembra di parlare con un muro di gomma.. Cosa devo scrivere? decentrate, che si vede e si sente! Punto.

Sosteniamo il lavoro di qualita`, la ricerca, e l`investimento nelle nostre zone,
visto che alla fine siamo Noi che paghiamo il tutto. Vanno in China, pagano 4 soldi operai in un Paese (non civile, per quel che mi riguarda e senza offesa, mi riferisco ai diritti umani) pagare miliardi Valentino Rossi, studiare bene i prodotti (poche persone probabilmente in gamba e italiane impiegate), tornare qui e rivendere a 10 volte tanto, a noi, senza manco offrirci la garanzia dell`Omologazione su tutti i prodotti, senza pensare che quegli articoli hanno dato lavoro onesto e dignitoso a concittadini.
La cosa grave e` che ci sono poche alternative, e` un sistema rodato si vede.
Vedendo un`evoluzione e una ricerca davvero livellata, quasi ingiusta. La ricerca di articoli salvavita quali AirBag non deve essere data in mano a questi signori, ma deve essere gestita a livello Europeo da ricercatori del settore, in maniera autonoma, e finanziata (seriamente). 1 Sola produzione, 1 distribuzione mondiale a prezzi quindi popolari e onesti. 200/300 ok mi sta bene, ma per qualcosa di veramente studiato per lo scopo, non per far soldi.
Dopo voglio vedere se gli altri hanno il coraggio di proporre certa roba...
Cosi` come e` avvenuto con i test Sharp, ma in maniera ben piu` articolata e mirata.
I 10/20 anni hanno prodotto cosa? robaccia chinese che esplode come un palloncino del Luna Park. Io di tutti i sensori e controsensori non ho visto ancora nulla,
e se vedro` tute da qualche migliaio di euro, bhe` mi faro` una risata.

Ripeto non e` colpa delle aziende
Domani farei 2/3 leggi (ci metto 10 minuti):
1) Omologazioni obbligatorie e ampliamento delle stesse
(secondo livelli studiati con critetio e SENZA poter ascoltare le aziende, ma osservando il mercato e quello che offre oggi, per poterlo stimolare per il domani)
2) Una ditta in un Paese civile, deve dare un minimo salariale come previsto nel Paese di Origine, a tutela dei diritti dell`uomo (altrimenti inutile riempirci la bocca di parole) Dopo decidesse di produrre fuori a basso costo (voglio vedere).

Tò... l'airbag!!! Era qualche giorno che non tornava in scena! Laughing out loud Ghost

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Taym
ritratto di Taym
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Joined: 13/05/2009
Fra, condivido il dispiacere

Fra, condivido il dispiacere di vedere come il desiderio - giusto - di ridurre i costi di produzione si traduca spessissimo nello sfruttamento (perche', tecnicamente, di questo, purtroppo, si tratta) di persone che vivono in nazioni meno democratiche e prive di leggi che proteggano i basilari - per noi - diritti civili.

Piu' che "salario minimo" e cose simili (di fatto indefinibili ed irrealizzabili, e manco auspicabili in democrazia), secondo me sarebbe utile applicare tasse di importazione e balzelli vari non verso quei prodotti scomodi per le aziende nostrane, ma contro quei prodotti realizzati nel mancato rispetto dei diritti umani come noi, in occidente, li definiamo; allora forse vivremmo in un mondo piu' virtuoso con un'economia piu' virtuosa.

Ma questo significa essere pronti a chiudere battenti senza indugio quando si perde di competitivita' su basi legittime e non per via di concorrenza sleale (ad esempio basata sullo sfruttamento dei dipendenti). Molte aziende i cui dipendenti sono finti malati, perdono tempo sul lavoro, non sono qualificati, o i cui manager sono idioti figli di papa' che non gestiscono un fico e si autoassegnao bonus ingiustificati (faccio esempi a caso Laughing out loud) si ritroverebbero con le spalle al muro di fronte a produttori... non so.... Giapponesi, per dirne una, la cui "etica del lavoro" e' parte di una cultura millenaria? O anche solo americani, tedeschi, inglesi, molto piu' usi di noi a fronteggiare la concorrenza in modo aperto e schietto. Ho fatto nomi a caso ma naturalmente vi sono altre economie anche di poco piu' efficienti e "reali" della nostra.

A quanti, in Italia, va una cosa simile? Io sento tutti essere a favore del "posto fisso", ora come ora... O anche: cosa credete che ne penserebbero i sindacati di questo scenario di schietta meritocrazia di cui vi parlo? Wink

Non che la cosa sia impossibile. Ma dura a realizzarsi, senza dubbio. Il protezionismo anti-concorrenziale fa comodo alle aziende nostrane in tutti i suoi componenti: management e dipenenti. Purtroppo.

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www.ilquen.it - www.maxinaked.it

Tino
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Joined: 07/06/2009
alexgt ha scritto:Di fatto va

alexgt ha scritto:
Di fatto va a cessare la produzione di tute in Italia, eccetto una ristretta nicchia di qualche centinaio di capi.

Peccato. Ma non poteva andare diversamente, ormai la manifattura in Italia è finita Sad
Non posso far altro che esprimere grande solidarietà ai dipendenti che perderanno il posto e a quelli che sono in CIG: mia moglie è in cassa integrazione ed un pò so cosa si prova.

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"Tutti conosciamo la stessa verità: la nostra vita consiste in come scegliamo di distorcerla." (W. Allen)

NaE
ritratto di NaE
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Joined: 13/07/2009
L'articolo lascia molto a

L'articolo lascia molto a desiderare. Sembra che TUTTA la produzione si sposto in Tunisia mentre in realtà è solo una minimissima parte.

Dainese è una azienda e come tale punta al profitto a prescindere dai mezzi. Sono in attivo, hanno eliminato i debiti e si prospettavano 100 milioni di guadagni per il 2010 : troppo poco per una azienda così grande.

Chi si ricorda il tizio che disse che il signor Dainese non aveva la Ferrari o lo Yatch????? :Cool

Io purtroppo so indirettamente cosa vuol dire chiudere/tagliare... sono uno dei 9/85 che si sono salvati nella chiusura della Dresdner Bank ( Gruppo ALLIANZ ) dopo l'acquisizione da parte di Commerzbank AG.

E noi facevamo 20 milioni di utile l'anno....

______________________________________

se non avete nulla da fare cliccate sul link.... grazie http://naeland.myminicity.com/

GINOX
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Joined: 17/04/2009
Grandi manager...

Tino ha scritto:
alexgt ha scritto:
Di fatto va a cessare la produzione di tute in Italia, eccetto una ristretta nicchia di qualche centinaio di capi.

Peccato. Ma non poteva andare diversamente, ormai la manifattura in Italia è finita Sad
Non posso far altro che esprimere grande solidarietà ai dipendenti che perderanno il posto e a quelli che sono in CIG: mia moglie è in cassa integrazione ed un pò so cosa si prova.

La manifattura in italia è moribonda grazie a questi manager aziendali che pensano solamente a tenere alto il proprio compenso.... e se sbagliano chissenefrega tanto poi ci rimette l' operaio, l' azienda e il prodotto.... e finiscono pure col venire premiati in termini monetari anzichè venire impalati vivi.
Ora facendo così Dainese ha scelto su che nicchia di mercato posizionarsi...... Sad
A 5 km da Molvena c'è Breganze e lì stà sorgendo "la città del jeans" by Diesel e Renzo Rosso nell' area ex Laverda..... torneranno a fare il jeans "made in italy" quasi completamente con ciclo automatizzato e sono previste 400 nuove assunzioni.
Vedremo chi tra le 2 aziende vicine avrà scelto la formula vincente....... Wink

GINOX
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Joined: 17/04/2009
Purtroppo..

NaE ha scritto:

Chi si ricorda il tizio che disse che il signor Dainese non aveva la Ferrari o lo Yatch????? :Cool

Purtroppo Lino Dainese è pur sempre titolare ma ha delegato a vari "manager" la gestione dell' azienda che pure porta il suo nome...... questi manager han fatto vari "buchi nell' acqua" (un esempio ne sono i Pro-shop...) e non ne han mai pagato le conseguenze

ciars
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Joined: 12/01/2010
quoto ginox e aggiungo, la

quoto ginox e aggiungo, la politica e l'imprenditoria (chiamiamola cosi anche se piu che imprenditori son speculatori...) in Italia si riempie sempre la bocca di belle frasi e intenzioni...innovazione, made in Italy..tutte cazzate, la vera innovazione (e lo capisco io che ho 22 anni e manco, per ora, la laurea) in questo campo son le omologazioni...la VERA sicurezza...io penso che tra le aziende di abbigliamento motociclistico, la jofama sia una di quelle andate meglio in quest anno passato...(suppongo eh, leggendo i vari post passati di scorte finite nella sede principale e affini..anche vedendo i numerosi rivenditori che son spuntati ora qui..)
perche questo?
perchè loro fanno roba sicura, fatta bene, ad un prezzo che definirei equo per cosa ti propongono...c'e una rete di assistenza e personale gentile e disponibile..
ci vuole molto a capirlo?poi ci si puo fare anche la sponsorizzazione a valentino, il marketing è l'anima del commercio...
molti bistrattano il marketing, ma io che un po l'ho studiato, ha delle basi etiche, (bisogna dire la verità su un dato prodotto), le fabbriche italiane non fanno marketing ma speculazione, sulla pelle dei poveri operai..

NaE
ritratto di NaE
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Joined: 13/07/2009
GINOX ha scritto:NaE ha

GINOX ha scritto:
NaE ha scritto:

Chi si ricorda il tizio che disse che il signor Dainese non aveva la Ferrari o lo Yatch????? :Cool

Purtroppo Lino Dainese è pur sempre titolare ma ha delegato a vari "manager" la gestione dell' azienda che pure porta il suo nome...... questi manager han fatto vari "buchi nell' acqua" (un esempio ne sono i Pro-shop...) e non ne han mai pagato le conseguenze

pienamente d'accordo. La critica era proprio nei confronti del "manager" che si arrampicava sugli specchi. Tongue

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se non avete nulla da fare cliccate sul link.... grazie http://naeland.myminicity.com/

frabiker (non verificato)
aahahah Conny non ho

aahahah Conny Big smile non ho resistito.

I Giapponesi non e` che siano meglio, e per la gioia di Conny dico una cosa:
L`AirBag migliore quale e` risultato essere? Tho` quello artigianale fatto in laboratori universitari da Italiani!
Sono inc. nero, perche` vorrei vederlo sto dominio tecnologico dei giapponesi, ma dove sta`????? Eppure e` un popolo patito di moto, e soprattutto di sicurezza
(in Giappone non vedi i pazzi che vedi qui sulle moto, poco ma sicuro).

E` un problema mondiale questo, non italiano.
L`idea dei dazi su chi non rispetta i diritti umani (e decentralizza per quello scopo) secondo me e` un`altra soluzione, mi sta bene anche quella che dici. Si mandano dei controlli negli impianti esteri, se si scoprono es. bambini a lavorare semi-schiavizzati , o gente che guadagna a malapena il cibo per mangiare, importare ti costa una sanzione cosi` alta, che non ti conviene piu` farlo, o se lo fai quantomeno rispetti quei diritti.
A livello di etichetta (prodotto creato tramite condizioni non in linea con i diritti umani).
Gli altri, possono passare e andare ovunque vogliano senza limiti ne` barriere.
Ma a quel punto, vince il piu` bravo, non il piu` avido..
Oggi e` un sistema rodato, che non e` incentrato sul miglioramento, ma sul guadagno.
In realta` la competizione si basa su altri valori.

frabiker (non verificato)
P.sMi spiace, comunque un

P.s
Mi spiace, comunque un motivo in piu` per NON scegliere Dainese.
Se va in Tunisia, allora trovera` anche ottimi clienti Tunisini (col ciao Big smile )

Nel corso del 2010 a quanto pare introducono la tuta airbag,
che praticamente servira` a chi va in pista, o a chi andra` alla domenica a fare le pieghe (ammesso che abbia i soldi per comprarla, poi ci sara` da ridere).
Praticamente l`applicazione che chiedevo io Gilet X la citta` e che dicevano in cantiere, ho paura che non vedremo nulla. (ma non ci speravo, infatti mi puzzava la cosa).
Quando comprero` una cosa del genere, Conny offrira` la cena al titolare della ditta,
perche` se uno digita da google air bag (trovera` frabiker in ogni discussione Big smile )

Possibile che nessuno sia in grado di fare un Design accattivante e articoli di prima scelta (Omologati) diventando importante? restando nel proprio Paese?
Eppure il prezzo degli articoli Dainese, potrebbe essere paragonato ad articoli artigianali (fatti a mano) con materiali di prima scelta.Non a produzioni chinesi in serie, seppur ben progettate e ben realizzate.
Dainese ha da pagare Biaggi, Rossi (il mito), Lorenzo ecc ecc.
li paga giusto? o fanno tutto a gratis (non credo proprio).
Chi fa un progetto diverso, risparmierebbe parecchi miliardi, da investire in :
deisgn all`avanguardia, al top + qualita`Omologazioni +made in italy (fatto in Italia)

Darei qualche dritta io per il design, non vedo cosa ci sia di difficile nello studiare elementi estetici che possano piacere (per almeno 2 categorie di persone), a volte mi chiedo chi progetti certi sgorbi che vedo in giro (fossero almeno ben realizzati..).

Per esempio io apprezzo Tucano (non tanto per la qualita` delle protezioni) quanto per l`idea che ha implementato. Roba utile per gli scooteristi e accessori -> obiettivo centrato. Se non sbaglio sono pure italiani (non lo so, non vorrei dire eresie).

Ecco una cosa stile Tucano, ma con le specifiche sopra riportate, cioe` una marca che anziche` investire in marketing dei miliardi (piloti, carene, tv, ecc.), investe nella rete dei distributori (anziche` fare uno spot con personaggi famosi, fa dei semplici cartelloni accattivanti in carta, prende i soldi risparmiati e li usa in ricerca tecnica ed estetica, e si fa scegliere non per il nome, ma per il prodotto DOPO il nome se lo fa per forza.

Tucano non va contro Alpinestars, Dainese, ecc. (solo in minima parte),
ma si e` fatta un nome, eppure io NON ho mai visto una pubblicita` della Tucano.

Tino
ritratto di Tino
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Joined: 07/06/2009
frabiker ha scritto: ma si e`

frabiker ha scritto:

ma si e` fatta un nome, eppure io NON ho mai visto una pubblicita` della Tucano.

se non hai mai visto una pubblicità della T. allora non leggi i giornali di moto Tongue io alla T. riconosco il fatto di proporre accessori e vestiario per l'uso cittadino ad un prezzo ragionevole (e la produzione dei capi, mi correggano se sbaglio, è tutta indovina dove?).

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Tino
ritratto di Tino
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Joined: 07/06/2009
GINOX ha scritto: A 5 km da

GINOX ha scritto:

A 5 km da Molvena c'è Breganze e lì stà sorgendo "la città del jeans" by Diesel e Renzo Rosso nell' area ex Laverda..... torneranno a fare il jeans "made in italy" quasi completamente con ciclo automatizzato e sono previste 400 nuove assunzioni.
Vedremo chi tra le 2 aziende vicine avrà scelto la formula vincente....... ;)

Grande Rosso! Non ero a conoscenza di questo progetto, coraggioso (fare un jeans made in Italy significa davvero sfidare il mercato), e anche socialmente (come un progetto imprenditoriale dovrebbe sempre essere) importante!

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"Tutti conosciamo la stessa verità: la nostra vita consiste in come scegliamo di distorcerla." (W. Allen)

frabiker (non verificato)
Appunto si e` fatta

Appunto si e` fatta pubblicita` cartacea, e in scala piccola.
E` evidente che un minimo e` necessario.

Ma di certo non vedi Rossi con la Tucano, ma non vedi nemmeno un personaggio famoso. Eppure la Tucano ha raggiunto lo scopo, anche senza.

Il Nome se lo e` fatto prima sul campo, questo e` il punto. Quindi il contorno non e` strettamente necessario se ci sai fare.
Invece di dare 1 miliardo a Tizio, investi 1 miliardo in ricerca, e dopo il nome te lo fai per forza. Dopo con gli spiccioli ti fai anche un po` di pubblicita` sui giornali, rivisti o dentro i negozi. Ma ormai tutti sanno chi sei. Domani puo` essere che vedo uno Spot
alla TV, ma ormai io la Tucano la conosco sul campo, mi cambia poco.

Forse si commette l`errore, di pensare che il Marketing sia tutto.
Si` e` importante, ma ci sono altre strade. Questo dovrebbero capirlo in molti.
Ecco la mia strategia (che spero ricalchi un Italiano 100% convinto):

1) Design (questo e` piu` importante del marketing stesso, i soldi risparmiati li`, li metti qui, in ricerca, ovviamente da chi la sa fare e capisce di tendenze).
La tua roba deve essere obiettivamente BELLA.

2) Qualita` (a costo di farle pagare un filo di piu`, che pero` tutti si inchinino quando pronunciano il tuo brand). Devono essere Omologate (come politica)
e questa politica la fai giocare a tuo favore, pubblicando sui giornali o su cartelli in carta pesta reciclata che: io garantisco il prodotto, controllate se gli altri lo fanno.
(prima frecciata Big smile ).

3) Ricerca (tutto cio` che hai risparmiato, nel non fare campagne dissanguanti, lo reinvesti in ricerca tecnica/macchinari/risorse).

Il mondo delle corse, dei personaggi lo lasci completamente da parte, e spendi tutto
nei prodotti, e in chi li progetta. Pensateci, questo lo fanno in pochi.
Tutti mirano subito al merketing, spendendo un botto.

All`inizio, sara` dura, ma uno fortissimo nei punti indicati...io dico che ci si mette poco ad accorgerci di quel marchio. Piu` passa il tempo, piu` mantieni questa linea, e piu` saranno gli altri a parlare di te, e non tu a volerti pubblicizzare.

Alaxandair
ritratto di Alaxandair
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Joined: 05/04/2009
Tino ha scritto:GINOX ha

Tino ha scritto:
GINOX ha scritto:

A 5 km da Molvena c'è Breganze e lì stà sorgendo "la città del jeans" by Diesel e Renzo Rosso nell' area ex Laverda..... torneranno a fare il jeans "made in italy" quasi completamente con ciclo automatizzato e sono previste 400 nuove assunzioni.
Vedremo chi tra le 2 aziende vicine avrà scelto la formula vincente....... ;)

Grande Rosso! Non ero a conoscenza di questo progetto, coraggioso (fare un jeans made in Italy significa davvero sfidare il mercato), e anche socialmente (come un progetto imprenditoriale dovrebbe sempre essere) importante!


guardate che i jeans italiani esistono...io ce ne ho due paia.
Fra tucano son dei tizi di milano...ma le giacche (che forse oserei definire da passeggio...a piedi) l'Italia la vedono solo nei negozi.

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"guida spirituale" (cit.: Conny) di www.motosicurezza.com
Integralista della sicurezza e sostenitore del Cambridge Standard - High Performance

Score One For Faceless Government Bureaucrats

"The Cambridge standard for the CE marking is the highest in the world, some criticized Dr Woods , saying he was over the top, however when you are sliding down the road having fallen off at 120mph you may be thanking him."

Taym
ritratto di Taym
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Joined: 13/05/2009
ciars ha scritto:il marketing

ciars ha scritto:
il marketing è l'anima del commercio...
molti bistrattano il marketing, ma io che un po l'ho studiato, ha delle basi etiche, (bisogna dire la verità su un dato prodotto), le fabbriche italiane non fanno marketing ma speculazione

Bravo Ciars. Meno male. Generalmente nessuno nemmeno conosce la "definizione" di marketing! E, a dire il vero, nemmeno di "market". Nonostante questo, al "marketing" si attribuiscono comportamenti che, molto semplicemente, sono fraudolenti. Il marketing non ha solo "basi" etiche, e' una disciplica interamente "etica", in quanto disciplina. Come la fisica, la sociologia, l'avvocatura, la medicina, la matematica.
Che la si usi per frodare ed ingannare - impunemente! - e' un altro paio di maniche.

Senza marketing - vero - non sapremmo cosa produrre, dove investire, e perche'. Non scherziamo. Il marketing merita senza dubbio il MASSIMO del rispeto intellettuale.

E a dire il vero lo stesso vale per la "speculazione". Ma e' un altro discorso.

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Taym
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Joined: 13/05/2009
frabiker ha scritto: I

frabiker ha scritto:

I Giapponesi non e` che siano meglio
[...]
Sono inc. nero, perche` vorrei vederlo sto dominio tecnologico dei giapponesi, ma dove sta`????? Eppure e` un popolo patito di moto, e soprattutto di sicurezza
(in Giappone non vedi i pazzi che vedi qui sulle moto, poco ma sicuro).

Non intendevo dire che i Giapponesi fossero "migliori", ne' umanamene ne' culturalmente. Nessuno, a mio avviso, lo e' in termini tanto generici.

Il mio esempio significa un'altra cosa. Se vuoi un'economia virtuosa, devi accettare il confronto con chi e' migliore di te nel realizzare un prodotto o un sevizio (e non genericamente come popolo) e o migliorarti o accettare che gli acquirenti (=mercato) scelgano altri (proprio come noi qui scegliamo prodotti omologati e NON altri).

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ciars
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Joined: 12/01/2010
@frabiker: la Tucano fa il

@frabiker: la Tucano fa il suo bel marketing selvaggio, vai tranquillo...non deve sponsorizzare il Rossi di turno, non avrebbe senso, non hanno come obiettivo quel target li.
Potrebbe sponsorizzare (e mi pare lo facesse) la buon anima di Giorgio Bettinelli (http://it.wikipedia.org/wiki/Giorgio_Bettinelli), il suo target è scooteristico...di fatti il primo grande raduno, cui l'anno scorso ho preso parte, era sponsorizzato da loro...
qui siete tutti motociclisti (beati voi..) o quasi... tucano urbano e per il Vespino di turno in mezzo ad una grande città (dove di pubblicità ce n'e...)
la qualità lascia a desiderare, però anche qui, il marketing ci ha azzeccato, vatti a vedere il sito, ormai potrebbero fare concorrenza a benetton e co.
infatti non mi fido assolutamente di loro (anche se ho un vespino lol!)e della tucano ho solo la anti pioggia (utile)..
fa tutto in Cina, ma non equivale a dire, scarsa qualità automaticamente (anche Apple produce solo in Cina...), il fatto è che fanno abbigliamento quasi per nulla tecnico...protezioni zero..e costi, mica da ridere se paragonati a cosa ti offrono...
il futuro è l'omologazione...
ma qui in Italia arriverà piu in là la "moda"...perche qui solo se il figo di turno si mette il giubbotto "tizio & caio" allora se lo comprano tutti...
per questo la Dainese trasloca all'estero (che poi in gran parte gia l'aveva fatto), proprio perche qui in Italia il target è succube del marketing, quello fraudolento però.

frabiker (non verificato)
Comunque Tucano e` un

Comunque Tucano e` un esempio, certo che pubblicizzare e` di basilare importanza,
pero` io ad esempio pur non avendo mai vista alcuna pubblicita` li conoscevo benissimo
(sinceramente anche se non avessero fatto alcuna campagna, basta entrare in un negozio e se ti serve qualcosa la trovi). Cioe` pubblicizzarsi e` una cosa in piu`, si puo` avere un ottimo mercato anche senza troppi spot (un minimo ci stanno ed e` normale).

Tanto qualsiasi pubblicita`, non mi prenderei mai dei loro guanti, perche` e` il prodotto che non mi convince. Dainese vende non solo perche` la indossa Rossi, vende perche` e` un marchio accattivante, e secondo me li` uno dovrebbe puntare.
Poi a questo aggiunge comunicazione, che puoi fare anche col prodotto.
Le tute con le placche in titanio, saranno una c. , ma comunicano molto di loro.

Io dico quel che farei io, e vorrei facesse una ditta ITALIANA, che sta in ITALIA.
Per dimostrare quel che dico. Dopo e` evidente che un po` di soldi in pubblicita` ci stanno bene (ma un po`, non % stratosferiche).

Penso che si dovrebbe iniziare a capire che ci sono strade alternative, che portano a prodotti migliori. E che non passano per la pubblicita` (che assorbe energia al contenuto finale).

Sul Giappone, vorrei davvero che arrivasse roba rivoluzionaria e migliore di quella fatta qui, purtroppo pero` non stanno cosi` le cose. E anche loro stanno in alto mare.

admin
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Joined: 05/04/2009
frabiker ha scritto:Comunque

frabiker ha scritto:
Comunque Tucano e` un esempio, certo che pubblicizzare e` di basilare importanza,
pero` io ad esempio pur non avendo mai vista alcuna pubblicita` li conoscevo benissimo
(sinceramente anche se non avessero fatto alcuna campagna, basta entrare in un negozio e se ti serve qualcosa la trovi). Cioe` pubblicizzarsi e` una cosa in piu`, si puo` avere un ottimo mercato anche senza troppi spot (un minimo ci stanno ed e` normale).

Tanto qualsiasi pubblicita`, non mi prenderei mai dei loro guanti, perche` e` il prodotto che non mi convince. Dainese vende non solo perche` la indossa Rossi, vende perche` e` un marchio accattivante, e secondo me li` uno dovrebbe puntare.
Poi a questo aggiunge comunicazione, che puoi fare anche col prodotto.
Le tute con le placche in titanio, saranno una c. , ma comunicano molto di loro.

Io dico quel che farei io, e vorrei facesse una ditta ITALIANA, che sta in ITALIA.
Per dimostrare quel che dico. Dopo e` evidente che un po` di soldi in pubblicita` ci stanno bene (ma un po`, non % stratosferiche).

Penso che si dovrebbe iniziare a capire che ci sono strade alternative, che portano a prodotti migliori. E che non passano per la pubblicita` (che assorbe energia al contenuto finale).

Sul Giappone, vorrei davvero che arrivasse roba rivoluzionaria e migliore di quella fatta qui, purtroppo pero` non stanno cosi` le cose. E anche loro stanno in alto mare.

In Giappone non hanno la CEE... delle omologazioni non gliene frega niente!
Però ci sono prodotti giapponesi per il motociclismo di alta qualità (ad esempio tute di mucche di razza Kobe trattate con grasso di balena... cioè io inorridisco e mi viene da piangere, ma ovviamente più è sana la mucca morta e più è resistente la pelle).

Tucano Urbano bombarda di pubblicità... e persegue un obiettivo giusto per certi aspetti: diffondere abbigliamento tecnico ai cittadini. Purtroppo i materiali usati sono scadentissimi. In compenso non producono in Italia nulla, crisi o non crisi se diminussero i volumi di vendita possono tagliare operai nelle aziende terziste e nessuno in Italia lo saprebbe.

È un po' la strategia delle aziende italiane. Dando il lavoro fuori loro hanno sempre il prodotto senza problemi di dover mettere gente in mobilità o garantire posti di lavoro.

Mandano un caporeparto ad insegnare il lavoro e zac... Ormai è 20 anni che Dainese produce fuori Italia.

Ma non sarebbe nemmeno un problema... non conta dove si produce, ma COME.

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Più che un admin, una colf!