7 maggio 09 - Milano provincia. Tanto per cambiare per colpa di un automobista inesperto e poco attento mi sono ritrovato sdraiato a terra e con la moto sopra la mia caviglia destra. Morale : traumi vari, tra cui il classico "cranico", una spalla dolorante ed una caviglia "enorme", un polso rotto e varie, troppe, escoriazioni. Troppe escoriazioni! Perchè se sulle gambe avevo dei normalissimi pantaloni, ero provvisto di giubbotto in tessuto1 [Clover Rx2], paraschiena, casco integrale ( dio ti rigrazio!! ) e guanti in pelle [Alpinestars Gp Pro omologati CE cat.1, ovvero si tratta di un DPI generico destinato a uso non professionale e che non ha superato alcun test, ne riparlemo - ndr].
Troppe escoriazioni perchè per un incidente a 60/70 km/h considerando circa 3 metri di volo, data l'inchiodata, mi sono ritrovato un giubbotto letteralmente bruciato nei punti dove in teoria le protezioni avrebbero dovuto proteggere e la cordura avrebbe dovuto resistere. ma...
Un grazie va a me stesso per aver sempre voluto mettere il casco integrale...perchè se avessi avuto un casco "aperto" ora avrei un pezzo in meno di faccia!!
E se l'incidente fosse avvenuto a velocità sostenuta? e se fosse stata una banale scivolata ?... non oso pensarlo. Però ho capito una cosa. Addio cordura. Benvenuta Pelle!!!! Terrà caldo ma il caldo lo sopporto e vi assicuro che con una doccia va via mentre i segni che ho sul corpo resteranno lì per molto tempo come monito.
Fabrizio Alias NaE
Inutile specificare che noi di Motosicurezza.com non intendiamo fare, come qualcuno ha malignamente insinuato, terrorismo psicologico. Vogliamo solo stimolare una riflessione e una presa di coscienza. Da una parte c'è la pubblicità con le promesse di protezione e sicurezza. Dall'altra c'è la realtà.
Noi siamo in mezzo. E dobbiamo imparare a distinguere la propaganda (la cordura 500 è il top per il motociclista) e quello che è un dato di fatto: la tessuto (cordura e fibre simili come in questo caso il fibertex) non offre una protezione adeguata agli effettivi pericoli della strada, alle attuali velocità di percorrenza, alle prestazioni delle nostre moto.
Grazie Fabrizio per la testimonianza. Che ognuno tragga le sue conclusioni.
1) Mi è stato gentilmente fatto notare che la giacca in questione non è di cordura ma di una fibra probabilmente di proprietà della Clover, tale Fibertex. Come in tanti altri casi per i capi di gamma non alta viene usata una fibra di nylon che sembra cordura ma non è cordura. La cordura viene dedicata ai capi più costosi. Cambia qualcosa a livello pratico? O forse è semplicemente una questione di marchi, di licenze, di soldi? Essendo il materiale estremamente simile a livello chimico e a livello di lavorazione, che si chiami Cordura o in qualunque altro modo a livello di protezione la differenza è infinitesimale, quindi il discorso, a mio avviso, rimane valido. Sempre nylon è.
Come noterete ho provato una modifica alla grafica del sito.
Ero molto affezionato all'impostazione grafica originaria, estremamente semplice e piuttosto seria. Ma c'era qualche problema di comodità nella lettura dei post, qualche difetto nel tasto per i commenti.
Tutto il baracchino è ancora in via di definizione, ci sono molte cose da sistemare (prossimo sito giuro che lo farò o con wordpress o su una piattaforma prefabbricata). Ma mi sembra che l'impostazione grafica attuale sia molto comoda e pratica... non ancora perfetta. Ma il tasto per i commenti è facilmente raggiungibile. I tag sono separati dal resto e non fanno confusione. Eccetera.
Purtroppo la traduzione dell'interfaccia non è andata a buon fine (colpa mia?) e c'è ancora un sacco di inglese. Ci lavorerò. Se non butto il computer dalla finestra prima.
La grafica rimane semplicissima, non siamo grafici... mi piacerebbe avere un logo molto semplice da inserire... se qualcuno è un grafico di professione e volesse fare della beneficenza... (proverò a lanciare l'idea anche su altri forum).
Detto questo, lascio aperto qualche giorno questo post per ricevere commenti con suggerimenti, lamentele, preferenze e magari un po' di aiuto.
Tipologia: paraschiena per motociclisti Marca: Axo Modello: Batty Normativa di riferimento: omologato secondo la EN 1621.2 Sito Internet:www.axo.it Prezzo al pubbblico / prezzo scontato: 100 euro circa 100 % Made in Italy
Materiali: Struttura a nido d'ape in PP (polipropilene) 10 mm; PU (poliuretano) 5 mm (densità 100 Kg/m3); PU integrale, Rete traspirante in poliestere 3mm Caratteristiche: paraschiena per motociclisti di livello 2 testato a -20°C (evenutale utilizzo per sciatori) Taglia esaminata: L; altezza da cm. 182 a cm. 198; vita/spalla da cm. 49 a cm. 52
Risultati TEST: al giorno d'oggi non sono disponibili test indipendenti, il produttore dichiara 6.6 kN per la taglia S, 6.3 kN per la taglia M, 7 kN per la taglia L
Descrizione Prodotto: Il paraschiena è di marca Axo. La Axo recentemente è diventata famosa per aver spacciato pezzi di plastica non omologati come paraschiena. Forse per "vendetta" ha ora in listino questo paraschiena a mio avviso eccellente. Tuttavia ha ancora in listino (vedi loro sito) i pezzi di plastica.
È omologatoEN 1621.2 ed è, cosa per me fondamentale, testato a -20°C; in questo modo è stata verificata la reale qualità dei materiali e la funzionalità a temperature rigide (vi parla un motociclista-sciatore).
Alcune marche spacciano i loro prodotti come utilizzabili durante la pratica di discipline invernali pur non avendo testato il prodotto a -20°C, dato che purtroppo questo test è facolatativo e non vi è una normativa di riferimento riguardante i paraschiena per sciatori.
Io personlmente ho scelto questo paraschiena tra perché mi è stato consigliato da una persona di cui ho fiducia, anche se i dati dichiarati non sono i migliori in assoluto. Tuttavia fonti ufficiose riportano altri dati decisamente convincenti (e se qualche rivista, magari nostrana, si degnasse di testare e non elencare solamente i paraschiena italiani, gliene saremmo molto grati. Accettiamo anche donazioni per pagare il test ).
Altro, ma non ultimo motivo, per il quale ho scelto questo paraschiena è la ottima protezione da penetrazione offerta dallo strato di honeycomb (nido d'ape) di polipropilene. Spesso la protezione da penetrazione, che ritengo molto importante, è trascurata dagli acquirenti (per ignoranza) e dai produttori (poichè la normativa è a mio avviso lacunosa e non lo prevede). Il paraschiena, mi hanno segnalato, è talvolta difficile da reperibile nei negozi.
Caratteristiche di confort e prova dinamica: Personalmente utilizzo il prodotto da circa 6 mesi. Lo ho utilizzato in due attività (moto e sci) e in qualsiasi condizione (bufera a 3000 mt. - sole in riva al mare). È un paraschiena relativamente rigido, nato per le gare in velocità. Tuttavia, utilizzato su una endurina (senza fare hard enduro), non ha dato alcun problema. Pur se non tra i più leggeri (circa 1 kg con con la bilancia da cucina), una volta indossato non dà alcun fastidio.
Per ora non ha dato problemi di eccessiva sudorazione, la ventilazione è abbastanza buona. Il record di utilizzo è stato di 9 ore (praticamente) senza pausa, si è rilevato comodissimo: non ha causato dolorini, come avevano fatto i miei due precedenti paraschiena. Sinceramente mi sento di consigliarne l'acquisto, nonostante due note negative: la parte più interna, esposta alla sudorazione, l'avrei preferita lavabile; il velcro è troppo ruvido, spiacevole al tatto.
Immagini originali
ed infine l'axo batty a c.ca 3000 mt. in compagnia di piccozza e casco! :P
In moto è fondamentale indossare sempre calzature adeguate.
La protezione dei piedi è spessissimo trascurata: è normale incontrare motociclisti e scooteristi/e in scarpe da ginnastica o peggio infradito o scarpe col tacco.
Piedi a rischio
Si stima che nel 16% degli incidenti in moto si abbia un infortunio, anche grave, ai piedi e nel 23% alle caviglie1. Percentuali importanti. Non c'è bisogno di ricordare quanto tali infortuni possano essere antipatici e invalidanti.
Secondo una nota ricerca di quasi trent'anni fa (Hurt, 1981)2, indossando stivali specifici si ha il 50% di probabilità in meno di riscontrare lesioni ai piedi. Noi possiamo affermare con buona approssimazione che con i progressi dei materiali, della ricerca e delle norme specifiche (le omologazioni) avvenuti negli ultimi anni questa percentuale può solo che crescere.
Sono presenti sul mercato molti capi di abbigliamento realizzati in cotone. Spesso non viene "dichiarato il cotone", ma si usano altri termini per indicare il tessuto. I più usati sono denim e canvas. Ma cosa rappresentano questi due nomi?
Come i più, io non ho una forte conoscenza del cucito o simile; però ho fatto delle ricerche.
Il denim, come possiamo leggere anche solo su it.wikipedia.org, è il tessuto "che si usa per confezionare i blue-jeans [...] realizzato [...] oggi interamente in cotone".
Quindi, anche se esistono blue jeans prodotti con "toppe" di cordura, kevlar o altri materiali, io diffiderei da jeans da moto in denim.
Anche il canvas, leggiamo in rete, è normalmente fatto di cotone*. E, benchè possa essere più resistenze di "comuni" giacchette, io mi affiderei ad altri materiali.
È tuttavia da ammettere che giacche e pantaloni, realizzati in cotone "un-po-più-robusto" e che montano protezioni en 1621.1, se fossero effettivamente immobili -le protezioni- in caso di caduta, proteggerebbero più del niente, di una semplice felpa o da una giacchetta. Però tale concetto non deve essere estremizzato e in ogni caso va applicato solo in città (velocità inferiore ai 45 kmh), dove i casi di abrasione prolungata sono rari. Io, personalmente, sono favorevole ad un altro tipo di abbigliamento.
Noi il cotone in moto, non lo consigliamo.
*da en.wikipedia.org: "Modern canvas is usually made of cotton."