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Una tuta Dainese omologata o forse no
Questa torrida estate inaspettatamente ci porta una rinfrescante notizia: Dainese pare aver ufficialmente omologato una sua tuta destinata al grande pubblico. Ad affermarlo in un famoso forum è Vittorio Cafaggi, in Dainese da 19 anni, attualmente responsabile marketing e comunicazione dell'azienda vicentina e motociclista di lungo corso1.
In prima battuta ci spiega come la sua azienda vede le omologazioni:
"belle per stabilire un livello minimo per stare sul mercato, brutte perchè non tengono conto del fatto che il comfort esso stesso sicurezza (quindi peso, ventilazione, traspirabilità ecc.), brutte perchè il sospetto che servano anche a far arricchire le "test house" esiste. Bruttissime se sono il solo elemento di giudizio impiegato dalle riviste di settore per dare delle graduatorie."
E ancora:
"a proposito di omologazioni ci sono fatti che mi fanno pensare che 35 anni di esperienza e [...] di impegno serio, sono molto più importanti di alcune norme di omologazione frutto di estenuanti contrattazioni alla ricerca di compromessi buoni per tutti (facciamo parte dei comitati che decidono sulle omologazioni)."
Ma dopo questa premessa che sembra sminuire il valore delle omologazioni, ecco il colpo di scena: Dainese ha omologato alcuni stivali, sta per omologare alcuni guanti e ha già con successo omologato le tute modello Laguna Seca Div. (cod. 1513269), Laguna Seca P.B. (cod. 1513272) e Laguna Seca Div. New (cod. 1513297) secondo la EN 13595. (Continua...)
Come prova di questa bella notizia fa avere ai membri del forum la scansione della prima pagina dell'attestato di certificazione2 rilasciato dall'ente certificatore, l'autorevole RICOTEST di Verona. Il documento riporta il modello della tuta (in questo caso la Laguna Seca divisibile) e una descrizione molto dettagliata del capo: materiali usati, dettagli, caratteristiche di confort, protettori. Viene riportata anche la norma di riferimento del test: la EN 13595-1:2002. L'omologazione dovrebbe essere di livello 1: purtroppo però non abbiamo avuto accesso alle altre pagine del documento contenenti i risultati effettivi dei test previsti dalle parti -2, -3, -4 della norma.
Molto interessante è che sia nella descrizione del modello testato sul documento Rico Test, sia sul sito internet ufficiale, il modello Dainese Laguna Seca non presenta né di serie né come optional i protettori certificati EN 1621-1 sui fianchi. Lo standard EN 13595 però richiede la presenza di tali protettori anche sui fianchi (che sono "zona 1", cioè ad elevato rischio di impatto, al pari di ginocchia, spalle, gomiti) perché si possa omologare una tuta o un paio di pantaloni da motociclista. La norma recita (paragrafo 5.3): Impact energy absorption: protectors shall be present in zone 1.3
La domanda che viene quindi rivolta nel forum al dottor Cafaggi è: "come è possibile omologare secondo la EN 13595 un capo senza che esso sia completo di tutti i requisiti richiesti dalla stessa normativa, ovvero i protettori sui fianchi" La risposta non tarda ad arrivare:
"Veramente [...] un'azienda come Dainese si metterebbe a raccontare delle bugie su un tema così delicato e di cui comunque si è sempre occupata con impegno? Si rischia mica poco sia dal punto di vista legale e soprattutto da quello della reputazione."
"Ribadisco che la tuta in pelle modello Laguna Seca è omologata con tutti i crismi."
"I prottetori che monta la tuta sono naturalmente tutti omologati e sono su spalle, gomiti, avambracci e ginocchi-tibie e confermo che la Laguna Seca è omologata al livello 1."
Il dottor Cafaggi inoltre specifica perché Dainese abbia realizzato una tuta di livello 1:
"per noi il livello 1 è una scelta legata al fatto che la norma non prende in considerazione parametri che invece per noi sono sicurezza e cioè ergonomia e peso. Quindi, dicevo è una scelta e non una non capacità di progettare una tuta di livello 2".
Sappiamo che Dainese già da qualche anno produce tute omologate di livello 1 in dotazione ad alcuni corpi della polizia inglese. Quindi è evidente che, volendo, Dainese è perfettamente in grado di realizzare tute confacenti allo standard, per lo meno nel livello destinato a proteggere a velocità urbane. Ancora dubbiosi però sulla questione della recente omologazione di questa tuta senza protettori sui fianchi (modello già molto conosciuto), abbiamo contattato uno dei maggiori esperti mondiali di omologazioni motociclistiche, Paul Varnsverry il quale ha prontamente sottoposto la questione anche ad altri colleghi. La risposta è stata:
"I have now had a response from Christoph [Meyer, proprietario di Rico Test]. He has informed me that he was already aware of the mistake and is in the process of working with the manufacturer to resolve the problem. However, most of Italian industry is now about to close for a few weeks so it is likely to be September before they can progress it any further."
Ovvero, pare quindi che RICOTEST riconosca l'irregolarità dell'omologazione e che a breve il dilemma verrà risolto. Però bisogna aspettare la riapertura delle aziende dopo la pausa estiva per correggere l'errore.
Non sappiamo e non riusciamo ad immaginare come l'errore sarà risolto. Aspettiamo notize. Per ora sul sito Dainese nella descrizione tecnica delle tute in questione è stata aggiunta la dicitura "Omologazione Laguna Seca Div. Suit N° DPI 361", e "Omologazione Laguna Seca P.B. Suit N° DPI 362". Cosa voglia dire non è chiaro, probabilmente è un codice interno, anche se la sigla è quella dei Dispositivi di Protezione Individuale. Ma non c'è traccia della normativa o di ulteriori chiarificazioni come manca il famoso "CE". In ogni caso risulta chiaro dallo schema grafico che tali tute non ospitano protettori omologati sui fianchi.4
La cosa sicura è che in questa omologazione c'è qualcosa di strano. Prima la mancanza di un protettore richiesto per l'omologazione, quindi la presenza, pare, di un errrore nella procedura di omologazione, poi le diciture ambigue sul sito internet.
Vi abbiamo dato subito la notizia per fotografare le luci e le ombre della situazione effettiva ad agosto 2009. Ma non mancheremo di chiedere una replica ufficiale alle aziende interessate, Dainese e RICOTEST, sperando di avere finalmente luce sulla questione e sperando di veder affrontata l'omologazione dell'abbigliamento motociclistico finalmente con serietà e trasparenza.
1) http://www.motoclub-tingavert.it/t417077s.html#8139412
4) -
- Redazione Motosicurezza's blog
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Commenti
15 comments postedBravi ragazzi. Questo si chiama Giornalismo di Inchiesta, e come spesso accade e' opera di non-giornalisti. Grazie davvero, e congratulazioni!
..ringraziarvi e farvi le mie più sentite congratulazioni!
Ho letto tutto il topic a cui si fa riferimento nel vostro articolo e devo dire che avete veramente svolto un ottimo lavoro.
Penso sia strano che nessuno (né Dainese né Ricotest) si sia accorto sul momento di quest'anomalia, ma penso invece che il signor Cafaggi fosse in assoluta buona fede dichiarando la tuta omologata.
Detto ciò, aspetto ansioso i risvolti di questa faccenda.
Alaxandair come sempre è un segugio...
Vedremo come va a finire...
interessante il topic sul Tinga, me lo sono letto tutto.
I dubbi sollevati in questo post direi che sono più che leciti: tuta omologata senza protettori sui fianchi?
non ho però capito una cosa: nel certificato di omologazione viene riportato il superamento della EN 13595-1. Che differenza passa tra il superare la EN 13595-1 oppure anche le parti 2,3,4? ho provato a guardare anche nella vostra sezione "omologazioni" ma non ho compreso
la 13595-1 è la norma generale, la -2 riguarda la metodologia di prova per l'abrasione da impatto, la -3 i test per lo scoppio e la -4 per il taglio (se non sbaglio).
È indivisibile perché per avere la -1 si deve eseguire obbligatoriamente i test previsti nella 2,3,4.
oltretutto (dopo essermi letto il libricino della safety...) i test fondamentali sono quelli della parte -2 -3 -4 che poi sono quelli i cui risultati andranno "affissi" all'interno della tuta con l'etichetta CE. il -1 come diceva conny sono test generali.
cmq ragazzi bravissimi. al solito in italia si fanno le cose alla "volemose bene" tant'è che una tuta impossibile da omologare risulti omologata. Tuttavia ricordiamoci una cosa, se non ci sono i documenti che attestino il passaggio delle parti -2,-3,-4 non è omologata per nulla -.-
F
Ho appena letto l'articolo a pagina 57 di InSella che parla delle omologazioni, e che cerca di far chiarezza sull'argomento. Bravi ragazzi, state facendo un ottimo lavoro e ne state raccogliendo i frutti!
L'ho già detto su un altro forum ma lo ripeto, sono veramente contento che una rivista abbia avuto le pa**e di uscire allo scoperto e sia andata "controcorrente" rispetto alle altre riviste. Voglio vedere cosa diranno adesso quelli che dicevano che "i capi non si possono omologare"..
ovviamente son curioso sul come evolverà la cosa , meno male che qualcuno che tiene gli occhi aperti c'è... se non era per voi come finiva?probabilmente che sta tuta (che per altro ha un mio carissimo amico) veniva omologata... si può discutere sul fattore estetico , di comodità di morbidezza del pellame ma l'omologazione deve essere certa e non certo a metà
tra laltro con quello che costa dovrebbe fare anche il caffè!!!oltre che passare un test di sicurezza!
non costa un'enormità, ma a quei soldi vorrei un liv.2 e un made in italy.
non è tra le più costose ma a questo punto non credo che sia più sicura di quella che ho io che ho pagato la metà...
in più la mia ha le protezioni ai fianchi
protezioni ai fianchi: minore probabilità di danni alla colonna
novità???
stay tuned ;-)
sto tuned;-)