Stavo riflettendo quale fosse la nostra posizione ufficiale sulla Cordura, tessuto molto amato dai motociclisti e soprattutto dalle ditte di abbigliamento.

La Cordura, leggiamo su wikipedia, è il nome commerciale originariamente di un nylon DuPont e oggi è diventato il nome commerciale di un nylon 6,6 prodotto dall'Invista. E' un marchio insomma.

A parte le considerazioni sulla follia del marketing, essa è un tessuto che ha delle innegabili (ma relative) doti di resistenza allo strappo e all'abrasione, è discretamente traspirante, è adatta a capi sia invernali sia di mezza stagione, con una adeguata membrana può diventare anche il valido strato esterno di un capo impermeabile.

La Cordura è quindi ottima per capi tecnici da montagna, da scii, per il tempo libero, per borse, scarpe, tappeti, corde e tutti quegli usi in cui serva un tessuto economico e dalle buone caratteristiche meccaniche.

Ma in moto? Ferme restando le ottime qualità di confort di un buon capo in Cordura, come la mettiamo in quanto a sicurezza?  La Cordura 500, quella più usata dai produttori di abbigliamento, resiste per circa mezzo secondo (dati SATRA) nei test di abrasione. Le testimonianze fotografiche di incidenti che troviamo online mostrano capi in cordura (per non parlare dei tessuti "tarocchi") forati, strappati, lacerati durante scivolate a velocità non elevate.

Abbiamo pubblicato una succinta panoramica sulla normativa dell'abbigliamento e protezioni per motociclisti. 

E' il primo passo di una lunga via che può portarci a una maggiore coscienza e conoscienza, ad essere più sicuri, a scegliere con occhio critico ciò che acquistiamo.

Nello scegliere ciò che potrebbe salvarci la vita infatti è fondamentale conoscere cosa sono e come funzionano le normative, riconoscere il livello tecnico dei capi e le caratteristiche dei tessuti.

Ecco il link diretto per accedere agli articoli: http://www.motosicurezza.com/node/2

Perché Moto e Sicurezza insieme?

Esiste una fase di "innocenza" adolescenziale in cui giriamo sui nostri motorini e scooter senza alcun abbigliamento tecnico. Per i nostri genitori, mancando qualunque diffusa cultura della sicurezza in moto, il massimo è comprarci un casco qualunque e raccomandarci di stare attenti.

Poi con grandi sacrifici ci compriamo una moto "vera" (non che lo scooter fosse meno pericoloso, ma capita semplicemente che non ci pensiamo). Il rispetto che ci incute la potenza di una moto, la lettura di riviste, il vedere altri motociclisti ci spingono a valutare finalmente di acquistare dell'abbigliamento tecnico.

In una prima fase illusoria crediamo che qualunque capo, casco, guanto ci possa garantire una certa protezione. Nella nostra buona fede riteniamo che tutti i produttori diano sempre il meglio nel realizzare capi sicuri in caso di incidente. Benedetta incoscienza.

Leggendo, indagando, parlando con altri che ne sanno più di noi, scopriamo che esistono prodotti sicuri e altri meno sicuri. Scopriamo che buona parte degli abiti da moto che troviamo nei negozi non garantiscono alcuna protezione.

Per questo nasce questo sito. Per raccogliere le informazioni che con una certa difficoltà abbiamo trovato. Per contribuire a squarciare il velo di ipocrisia e opportunismo di chi produce, e di ignoranza e fiducia mal riposta di chi compra.

Nasce per creare un piccolo movimento d'opinione per spingere verso l'omologazione di quanti più capi possibile, verso una maggiore quantità e qualità di capi che ci garantiscano un livello di protezione.

E' difficile se non impossibile. Ma noi ci accontentiamo di piccoli passi, di aiutare a capire chi si interessa e ci tiene alla propria salute. Ci accontentiamo di dare un piccolo segnale di coscienza e responsabilità verso se stessi e gli altri.

Perché morire in moto è fin troppo facile. Ma basta poco, e il fatalismo di chi preferisce l'imprudenza di certo non aiuta, a limitare i danni.

Noi cercheremo di fare un po' di luce sulla faccenda. Di imparare qualcosa in più, di condividerlo con chi sarà interessato.