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Abbigliamento da moto in estate
Cosa indossare in moto quando il caldo si fa insopportabile è ancora una questione insoluta. Le nazioni più avanzate sul fronte della cultura della sicurezza e dei materiali hanno estati molto meno calde delle nostre. Per loro indossare una tuta in pieno luglio è un problema relativo.
Mentre alle nostre latitudini la divisa ufficiale del motociclista sembra essere bermuda, polo, scarpe da tennis e casco aperto (soprattutto se di un famigerato marchio di volanti sportivi, che non si riesce a capire perché vada tanto di moda).
Chi vi scrive durante una gita sul lago di Garda ha potuto apprezzare il passaggio di centinaia di motociclisti. Con una veloce statistica a spanne, la stragrande maggioranza indossava una divisa "estiva" come quella descritta sopra. Pochi indossavano un capo tecnico. Solo tre motociclisti di un non meglio specificato paese nordeuropeo transitavano sulla Gardesana, a 35° di temperatura, con una tuta di pelle completa, guanti, stivali.
In città la questione si ripete identica, solo che non essendoci tedeschi in tuta, non c'è nessuno che usi abbigliamento tecnico nelle giornate di sole.
Inutile dire che circolare senza alcuna protezione non è una soluzione accettabile per quanto riguarda la sicurezza. Una scivolata anche ridicola in pantaloncini sull'asfalto rovente può essere estremamente debilitante. Per non parlare di mettere a terra malamente un piede inciabattato. O sbattere qualche articolazione senza adeguati protettori.
È necessario, anche se disagevole, proteggersi il più possibile quando si va in moto. Anche se fa molto caldo. Anche, e soprattutto, in città (una stradina deserta di campagna non offre certo gli stessi rischi). Vedremo quali sono le possibili soluzioni, di compromesso, a questo annoso problema, in ordine decrescente di sicurezza e crescente di "freschezza". (Continua...)
Tuta omologata. Le tute omologate essendo prodotti di elevata qualità offrono anche in situazioni di stress termico discreto confort. La pelle è naturalmente traspirante, e quella nei capi omologati è di ottima. Se è un minimo traforata può rivelarsi addirittura fresca (per le non traforate le recensioni parlano comunque di buon confort fra i 10 e i 30°). Lo stesso vale con il completo in tessuto omologato (Halvarssons Safety): in movimento la traforatura completa rende accettabile la situazione durante i viaggi (aspettiamo le recensioni per delle informazioni più precise). Ovviamente la marcia urbana con una tuta omologata può essere assolutamente improponibile.
Tuta in pelle non omologata, traforata. Una tuta ben realizzata, ancorché non omologata, può offrire un livello di protezione accettabile a tutto il corpo e se traforata offre anche un buon confort termico (per lo meno in movimento). Nel caso si opti per una soluzione non omologata (ma noi non lo consigliamo), si valuti sempre che la tuta sia realizzata in buon pellame, spesso (dai 1,3 mm in su), con doppi strati - o soluzioni antiabrasive analoghe - nei punti sensibili (spalle, gomiti, posteriore, fianchi, ginocchia), niente orpelli in titanio, gobbe, eccessive finestrature in tessuto. Meglio se realizzata su misura.1
Spezzato giacca omologata / jeans tecnico. Se il pantalone in pelle (o di tessuto omologato) diventa improponibile, si può mescolare la giacca omologata con dei pantaloni tipo jeans, di cui abbiamo già parlato. In questo modo demandiamo alle gambe la dispersione del calore corporeo, inoltre possiamo avere un aspetto un po' più casual quando usiamo la moto per brevi tragitti e commissioni. In questo caso la protezione per le gambe diventa accettabile solo a velocità urbana, ed è una nozione che dobbiamo sempre tenere presente, regolando l'attenzione e l'acceleratore di conseguenza. Non dimentichiamo mai comunque i protettori per ginocchia e fianchi.
Spezzato giacca non omologata (di pelle) / jeans tecnico. Come sopra, solo che diminuiamo la protezione della parte superiore del corpo. Possiamo procurarci comunque un giubbino di pelle di buona qualità, dotato di accorgimenti anti-calore come un trattamento particolare del pellame che respinge parte dei raggi solari, prese d'aria, finestrature in tessuto. Teniamo conto delle regole espresse sopra per la tuta.
Giubbino di jeans tecnico / jeans tecnico. Una combinazione tutto canvans che fa molto anni Ottanta. I giubbini tecnici con una certa percentuale di materiale antiabrasione e l'alloggiamento per le protezioni non ci possono in alcun modo proteggere nelle cadute ad alta velocità: l'antiabrasivo sotto spalle e gomiti potrebbe bucarsi comunque e la struttura in cotone si può sfaldare in qualunque impatto ad andatura più che urbana. Ma si tratta sempre di una soluzione di compromesso (abbiamo però la cura di scegliere prodotti di una certa qualità, come quelli presentati nell'articolo sui jeans: gli stessi produttori fanno anche giubbini coi medesimi materiali). Per un motogiro non mi sentirei assolutamente di consigliare un abbigliamento del genere. Ma magari in scooter, in città, a velocità moderate, indossando protettori di buona qualità... può andare. Vale il concetto "piuttosto che niente, meglio piuttosto". Il materiale naturale che compone i capi può garantire un buon confort e una buona traspirazione ed un minimo di presentabilità.
Completi in tessuto sintetico areati. Vanno molto di moda, per il loro prezzo basso e per la completa permebilità all'aria. Ospitano le protezioni canoniche e sono realizzati spesso in mesh di nylon (i più economici e sconsigliabilissimi sono in mesh di poliestere, che ha la spiacevole caratteristica di fondere sulla pelle con l'abrasione). In genere per lo meno su spalle, gomiti, ginocchia troviamo tessuto pieno. Che dire su queste soluzioni? Nonostante il grande successo che incontrano non ci sentiamo di consigliarle. Il mesh può fondere o comunque bucarsi anche in cadute a bassissima velocità. Usarli per mototurismo o giri allegri è un azzardo.
Esistono dei modelli che rispetto ad altri offrono degli strati in materiali sintetici un po' più resistenti (ad esempio nylon 1000 Denier invece di 500, oppure degli strati di Hi-art, oppure ancora del misto-Kevlar): già un po' meglio, anche se sono magari più difficili da reperire. Comunque se proprio volete il mesh, usatelo in città o a passeggio come soluzione "meglio che niente" per il gran caldo, mantenendo una velocità non superiore ai 50 km/h (ma non vi garantiamo assolutamente che possa resistere a cadute a tale velocità).
Detto questo, diamo per scontato anche se scontati non è che non bisogna mai rinunciare al casco integrale (magari cinque stelle Sharp), ai guanti (se possibile omologati), agli stivali omologati (le scarpe tecniche accettabili magari in scooter, ma con riserva) al paraschiena di qualità. Accessori che nessuno quasi indossa col caldo e invece noi riteniamo il minimo indispensabile per avere un po' di sicurezza. E inoltre, se si tratta di fare turismo in moto, giri fra i tornanti, tragitti extraurbani e autostradali, è necessario sempre indossare l'abbigliamento più sicuro, lasciando cotone e traforati alla città e alle passeggiate.
Un'ultima considerazione che risulterà antipatica ai più. Sicurezza vuol dire, secondo noi, anche minimizzazione del rischio. Buona parte della sicurezza ce la creiamo noi con il nostro comportamento attivo su strada. Una condotta prudente è una condotta sicura. Ma troppo spesso gli incidenti sono causati dall'imperizia e dalla distrazione degli altri utenti della strada. Quindi c'è una componente di rischio assolutamente incontrollabile, che fa sì che la nostra prudenza, da sola, non basti.
Quando il caldo è così insopportabile che preferiamo lasciare a casa tutto l'abbigliamento protettivo, forse è il caso di valutare di spostarci in altro modo: in auto (d'altronde andiamo in auto quando fa troppo freddo, usarla quando fa troppo caldo non è un'onta), coi mezzi pubblici, a piedi...
Andare in moto completamente esposti al vento caldo è una sensazione estremamente piacevole. Ma è al giorno d'oggi una cosa troppo rischiosa: se ci teniamo alla salute, purtroppo, dobbiamo evitarlo. La condizione delle nostre strade, il traffico, l'attenzione limitata di chi guida, devono far dimenticare l'illusione di libertà e spensieratezza del motociclismo del passato. È un retaggio duro a morire, visto l'abbigliamento del 99% di chi va a due ruote. Ma fra l'illusione di spensieratezza e la nostra pelle, troppo spesso, ha la peggio la nostra pelle.
1) Grazie GINOX per le linee guida
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Commenti
13 comments posted...io a roma a 35 gradi andavo in giro con giacca in pelle, paraschiena, guanti, stivali tcx lvl 1.
e si stava bene. Se uno vuole, gira sicuro anche al caldo. E´¨una questione psicologica.
saluti dalla cechia.
Tu non sei umano! E sei sempre all'estero! Torna!
Ciao
Innanzi tutto complimenti per i contenuti molto interessanti del sito.
La vera rogna estiva sono i pantaloni del pendolare, se consideriamo un tragitto tipo che comprenda strade a scorrimento veloce (tangenziali o autostrade) e strade cittadine, tuttora non esiste una soluzione omologata e al tempo stesso comoda. la pelle può essere traforata quanto si vuole ma rimane sempre una sauna, i safety pants con il sovrapantalone ventilato sono una goduria in extraurbano ma nel traffico cittadino si sente tutto il generoso strato di HI-ART.
Il domandone che sorge spontaneo è: omologare un paio di jeans tecnici (anche solo lv1) è così difficile?
P.S.
Ci sarebbe pure questo progetto http://tinyurl.com/mlroqt che promette un completo lv1 comodo, purtroppo si trovano solo rumors online.
Ciao,
per prima cosa hai "toppato" un concetto. L'abbigliamento è omologato secondo la en 13595 o secondo il Cambridge Standard. Le protezioni (come quelle in d3o) secondo la en 1621-1. Se vai sopra sul link omologazioni potrai avere un panorama completo e dettagliato della normativa.
Poi una cosa, i jeans tecnici omologati ci sarebbero. Sono i draggin. Purtroppo quelli in commercio molto probabilmente non lo sono (hanno omologato un prototipo). La marca, contattata, non ha fornito indicazioni. La esquad invece dice che i suoi jeans hanno passato il test en 13595-2 per il livello 1 (non l'intera omologazione). Fare dei jeans tecnici da 4 secondi non è difficile (quelli halva ne dovrebbero resistere 10, ma falliscono il test in altri punti della normativa), ma ci vuole volontà. È lo stesso discorso delle tute omologate (intendo omologate veramente), dei protettori da 100 j etc. In ogni caso hai fatto centro. Mentre esistono giacche "comode" ancora oggi è difficile trovare dei pantaloni adatti all'uso quotidiano.
Infine ti ringrazio per i complimenti
alax
P.s.: sul d3o avrei un bel discorsetto da fare...
Effettivamente ora che ho ricontrollato riportano solo l'omologazione en 1621-1 per le protezioni, chissà come mai mi ero convinto che l'omologazione riguardasse l'intero progetto del capo con la en 13595, come al solito niente di nuovo sotto il sole.
Sia i draggin che gli esquad li ho provati e mi sembrano delle patacche, se tiri sulle cuciture ti ritrovi con i jeans aperti. Secondo i produttori sti cosi dovrebbero resistere ad una caduta? prima di fare video sensazionalistici (sollevare un hummer o farsi tirare da un dragster) io farei delle cuciture decenti.
I jeans della jofama ne ho visti un paio da darimotor, mi sembra i lindstrands curtis non ne sono sicuro,
effettivamente si vede subito la differenza qualitativa rispetto alla concorrenza, sinceramente non
pensavo resistessero così tanto all'abrasione. Potrebbe essere una media accettabile tra comodità e
sicurezza.
Giacche comode e omologate per uso quotidiano/estivo se escludiamo la pelle ne esistono ben poche, io ho optato per la halva safety lv 2 e ne sono più che soddisfatto.
Il bel discorsetto sul d3o mi interesserebbe, non ho trovato nessuna informazione sui fluidi non newtoniani applicati nel campo delle protezioni.
Ciao
Angelo
ma difatti gli esquad passano solo l'abrasione. E la passano su un tessuto che loro dicono esser quello usato negli jeans. Il resto è boh.
I jofama dovrebbero avere i 10 sec dove hanno l'hiart, la qualità è svedese
Invece sul d3o devi aspettare che avrò un po' di tempo...che adesso sono all'estero alla ricerca di moto d'epoca, halvarssons etc.
I dieci secondi però erano previsti dai prototipi che ha visto Paul... ma a sentire Ammericano lo strato di hi-art nei jeans lindstrands dovrebbe essere intermedio, più leggero della safety, e quindi avere una resistenza a occhio sui 4,5 secondi.
Provo a scrivere in Jofama.
Come sempre, tra bianco e nero ci sono tutte le sfumature del grigio.
Girando d'estate nelle località marittime, l'abbigliamento tipico che si vede su moto e scooter è casco jet 'generico' e striminzito, maglietta, pantaloni corti, ciabattine.
Vedere in giro motociclisti con:
- casco integrale
- giubbotto di tessuto mesh con protezioni
- jeans con protezioni
- scarpe con un minimo di sostegno e protezione
sarebbe già un grosso passo avanti, credetemi!
Certo, sarebbe già qualcosa per loro. Probabilmente è un abbigliamento che potrebbe adottare anche uno attento alla sicurezza per un uso strettamente cittadino e a velocità limitate.
Per quanto riguarda me stesso, cerco qualcosa in più.
ciao, grazie per il nuovo, interessante post!
purtroppo la maggior parte dei nostri colleghi se ne vanno in giro così abbigliati... tra l'altro ho provato ad andare in giro senza pantaloni lunghi e, oltre ai maggiori rischi, mi stavo arrostendo le gambe per il caldo che proveniva dal radiatore!
c'è una cosa che però non capisco Alax, perchè dici di lasciar perdere "orpelli in titanio" e gobbe sulle tute in pelle? non è sicurezza in più?
Dacché sono il materiale estensore dell'articolo, rispondo io alla tua domanda
La spiegazione dei problemi delle placchette in titanio la diede Ginox sul forum del Tinga. Le placche le ha inventate Dainese per "distinguersi", tutti gli altri produttori copiano. È solo una cosa di moda... in teoria dovrebbero servire a "scivolare" meglio in pista cadendo. Però più spesso vanno a supplire cattive cuciture, pelli troppo sottili, mancanza di doppi strati. Inoltre la placchetta può forare la pelle della tuta e anche diventare pericolosa: è sempre un pezzo di metallo che staccandosi dalla sua sede può diventare un'arma impropria in una zona oltretutto delicata... non oso immaginare se una placchetta della spalla a causa della caduta si inclina e viene spinta dentro verso l'articolazione... è una evenienza magari remota, ma secondo quanto capisco io sarebbe meglio non avere oggetti contundenti addosso in caso di caduta.
Magari posso sbagliare, ma nel dubbio preferisco andare in moto senza coltelli in tasca e metalli attaccati sulla tuta.
grazie mille dell'esauriente risposta Conny!
EDIT: Conigline concedimi un OT: come mai ti hanno bloccato i MP sul Tinga? che combinavi furfantello?
spacciavo prodotti packistani... :D