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La voglia di sicurezza deve partire da ognuno di noi
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Qualche tempo fa tornando a casa, per chi è di Roma ero su via C. Colombo, ho ahimè visto un brutto incidente. Un carabiniere motociclista, a bordo di una moto di grossa cilindrata, aveva perso l’equilibrio durante una frenata ed era quindi stato disarcionato dalla moto, almeno questo mi pareva dalla disposizione dei veicoli. Il carabiniere, purtroppo, sembrava gravemente ferito, era disteso immobile, con il casco ancora indossato, in attesa di soccorsi. Certo non stupendomi, vedendo le cose del nostro Paese, ma con grave tristezza, mi sono accorto che il carabiniere indossava nessun abbigliamento protettivo, tranne guanti, casco e stivali (e sul fatto che guanti e stivali fossero classificati come D.P.I., cioè certificati, ho i miei dubbi). Solo Dio lo sa, ma una giacca protettiva e certificata, un paraschiena, magari avrebbero evitato delle lesioni. Similmente qualche anno fa, durante il Moto Days a Roma, un agente di Polizia Penitenziaria mi confidò che perfino i guanti che utilizzava in servizio se li era comprati da solo. Ogni estate vedo per Roma agenti delle ff.oo. sfrecciare ad alta velocità in camicie a maniche corte e casci modulari con mentoniera alzata. E’ assurdo come lo stato non curi i “propri tutori” e li lasci in balìa di scelte personali, sul proteggersi o meno. E’ assurdo a livello morale, ma è assurdo anche a livello economico. Benché mi sembri di fare una penosa “gara a chi ha più morti”, è palesemente più vantaggioso a livello economico dotare i poliziotti di abbigliamento protettivo certificato, piuttosto che curar loro spese mediche a seguito di lesioni. Peraltro dalla Spagna all’Inghilterra, passando per la Rep. Ceca, sempre più ff.oo. adottano abbigliamento protettivo.
un poliziotto a Praga, ad Agosto a circa 30°C, notare oltre all’abbigliamento completo, che viene usato su una moto ben più piccola dei “nostri” BMW 1200, foto dell’autore
Ma partendo dalla visione dei poliziotti italiani che sfrecciano a mentoniera alzata, che quindi non abbassano loro consapevolmente, non si proteggono “apposta”, mi viene da pensare: ma gli italiani hanno realmente voglia di proteggersi? Sono anni che sentiamo discorsi sulle buche stradali, su guard rail assassini. Discorsi assolutamente corretti, lo dico a scanso di equivoci, ma che per essere risolti deve subentrare una volontà politica (di costruire bene le opere pubbliche e farci corretta manutenzione), devono essere stanziati fondi e deve passare del tempo. Benché vi siano proposte, lentamente accettate dalle amministrazioni, come quelle della ProMBS –che propone essenzialmente l’apporre sopra il guard rail delle protezioni in plastica specificatamente studiata e formata-, che consistono nel mettere in sicurezza i guard rail già esistenti, la miglior soluzione immediata per il motociclista è il proteggersi subito ed individualmente. E’ inutile lamentarsi nei bar, con moto da bar, di come siano pericolosi i guard rail e di come siano criminali i politici e le amministrazioni che li fanno costruire, se poi si gira con casco demi jet e polo, sopra una moto da 150 cv per 150 kg. Verba docent, exempla trahunt, dicevano gli antichi, ed è bene, se si vuol sicurezza, in primo luogo partire da sé stessi e utilizzare abbigliamento protettivo e certificato. Io sono stanco di sentire nelle fiere discorsi sul prezzo dell’abbigliamento che sarebbe troppo alto da parte di persone con moto da 15000 euro. Una giacca buona, certificata, parte da circa 300 euro –io personalmente uso specie la Scott Leathers Road Airflow pagata circa 280 euro anni fa-. E’ un prezzo proporzionato al bene, contando che giacche non certificate se ne trovano di care anche il doppio, senza garantire protezione; è proporzionato contando anche che per scarichi da 1 cv in più (o in 5 cv in meno, ma con il rumore bello) costano anche 1000 euro. Non si possono sentire discorsi circa la scomodità dell’abbigliamento protettivo, considerando la presenza in commercio di prodotti quali, per citare l’ultimo da me visto di persona, il paraschiena Blade Black della Forcefield che, visto all’ultimo EICMA, sembrava non averlo in mano. Discorsi ancor più ridicoli sono quelli riguardanti la irreperibilità dell'abbigliamento certificato, non solo perché al giorno d'oggi con i mezzi telematici è possibile acquistare da ogni dove, ma specie perché oramai marche italiane, quale Clover o Gimoto, producono abbigliamento certificato. Tra le varie, una new entry interessante da segnalare è la Vircos con la tuta AirGap, la quale è certificata EN 13595 e presenta un originale sistema airbag elettromeccanico, che va a coprire alcune aree delle zone 1 e 2 non protette da altri prodotti in commercio.
Cari motociclisti, la voglia di sicurezza deve partire da ognuno di noi!
la tuta Vircos AirGap all'ultimo EICMA, foto dell'autore
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Commenti
4 comments postedsante parole!!!!
Condivido in toto,anch'io ho la sensazione che la maggior parte dei motociclisti non abbiano un'adeguata consapevolezza dei rischi e di ciò che può accadere in caso di incidente.
Quando parlo con miei amici dell'importanza delle protezioni e dell'abbigliamento tecnico mi dicono sempre:"massi mica devi per forza cadere",finché non si estirpa questa mentalità vedremo sempre le solite scene di motociclisti in pantaloncini e maglietta sfrecciare in mezzo al traffico.
Cerchiamo nel nostro piccolo di far informazione e magari lentamente qualcosa cambierà.
Condivido totalmente.
Dovrebbero essere le istituzioni per prime a promuovere la cultura della sicurezza, e per prima cosa tutelando i dipendenti pubblici.
Per fare un altro esempio OT, per motivi famigliari ho a che fare con i seggiolini auto da 0 a 12 anni e ormai ho una certa competenza. Anche lì mediamente c'è una certa ignoranza, soprattutto nell'uso dei cosiddetti 'rialzini' (per fare una proporzione, i rialzini stanno a un vero seggiolino come una scodella demijet sta a un integrale...)
E comunque la cosa peggiore è la gente che non vuole sapere, che vuole rimanere coscientemente nell'ignoranza, questa assurda scaramanzia per cui 'a me non può capitare niente del genere'.
Poi, sono dolori, nel caso...
CONDIVIDO COMPLETAMENTE!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!