N.d.R.: Come evidenziato in questa discussione la draggin ha certificato EN 13595 il modello C-EVO. Benché le considerazioni di questo articolo rimangono valide, ovviamente ci sentiamo di consigliare al modello di cui prima. Cercheremo di recensire il C-EVO appena possibile. 3/7/10
Quando non si possono o non si vogliono utilizzare i pantaloni protettivi (magari omologati), ad esempio nel tragitto casa lavoro o per brevi commissioni, sarebbe bene resistere alla tentazione per praticità di utilizzare i normali pantaloni non tecnici.
I jeans sono da sempre l'emblema del motociclista, come prima del cow-boy, e negli anni Ottanta e Novanta erano addirittura consigliati dai testi di motociclismo per l'uso disimpegnato. Nella cultura popolare il jeans rimane il pantalone di riferimento, e sono ancora moltissimi i motociclisti che li indossano con convinzione nei loro giri "tranquilli", confidando nella resistenza del cotone (ma chissà perchè anche i cowboy solevano indossare sopra ai jeans dei soprapantaloni, i chaps, in pelle) e nella loro abiltà nella guida.
Ormai sappiamo che i rischi per strada sono aumentati vertiginosamente, che spessissimo gli incidenti non sono causa nostra ma dovuti agli altri, che il cotone non solo resiste all'abrasione meno di un secondo (anche molto meno, dipende dal peso e dalla qualità del tessuto), ma che inoltre ha la pessima caratteristica di fondersi con la pelle a causa del calore, sappiamo che le gambe risentono dell'80% degli infortuni in caso di incidente, che le ginocchia sono una parte delicata (coinvolta nel 50% dei casi) e di difficile recupero in caso di contusioni o rotture, sappiamo che un infortunio alle gambe è estremamente invalidante e fastidioso, anche fosse una semplice abrasione1.
Una soluzione di compromesso fra la massima protezione di un pantalone omologato e il nulla sono i jeans tecnici realizzati apposta per l'uso motociclistico. Essi presentano delle protezioni di tessuto resistente all'abrasione nei punti delicati e la possibilità di alloggiare protettori omologati su ginocchia e fianchi. Possono essere indossati senza imbarazzo nelle più svariate occasioni, anche lavorative, ma offrono un minimo di protezione in caso di incidente.
I modelli sul mercato sono decine, di un po' tutte le aziende di abbigliamento. Ma noi ne esamineremo solo tre. Lindstrands (Jofama), Draggin, Esquad. Il motivo di questa scelta non è, ovviamente, promozionale. Ma piuttosto è perché solo questi produttori producono uno straccio di documentazione e di test. L'uso di kevlar o varie fibre aramidiche tarocche nella realizzazione di tali prodotti non è una garanzia sufficiente di resistenza all'abrasione: il kevlar da solo infatti non ha fra le sue caratteristiche peculiari la resistenza all'abrasione quanto piuttosto la resistenza al calore e altre caratteristiche meccaniche. Solo una sua lavorazione con altre fibre permette di poter essere usato in questo senso (jeans foderati in kevlar spesso non superano i 2 secondi di abrasione! Di seguito si vedano i risultati dei jeans Red Route nell'illustrazione).
Comunque attendiamo segnalazioni su eventuali altri jeans a cui è possibile ricondurre risultati di test o magari (sogniamo) omologati. Dopo l'interruzione il resto... (click su "Leggi tutto").
Lindstrands Jet - Stewart - Curtis - Fokker
(jofama.se) Pantaloni di materiale tradizionale (cotone) foderati su fianchi, posteriore, ginocchia con uno strato di Hi-art (vedere le foto). Li prendiamo in considerazione perché l'Hi-art è un materiale dalle caratteristiche particolari, trattasi di poliestere filato a ricciolini, simile al tessuto di un asciugamano: le fibre non essendo direzionali resistono all'abrasione come nessun altro tessuto ad oggi prodotto. Lo stesso materiale viene usato per realizzare la Halvarssons Safety Suit che è in grado di superare il livello 3 del Cambridge Standard per quanto riguarda l'abrasione: 12 secondi.
Nel caso specifico di questi pantaloni in cotone, non sappiamo esattamente quanto sia spesso lo strato di Hi-art. Ma possiamo ritenere che una certa protezione sia plausibile. Secondo alcune testimonianze ci si potrebbe aspettare anche un 10 secondi. Ma è un valore da prendere con le pinze. Aggiornamento: ci segnalano che l'Hi-art utilizzato per la protezione è di spessore inferiore a quello usato dalla tuta Safety liv. 2. Quindi anche la protezione non è probabilmente paragonabile. Aggiornamento 2 (6.10.09) l'azienda importatrice in Italia ci conferma che lo strato di hi-art resiste 10.2 secondi.
Se la resistenza all'abrasione, poca o tanta, è comunque garantita dalla fodera nei punti sensibili, questo prodotto è da ritenere comunque un compromesso adeguato a velocità urbane. L'Hi-art può resistere all'abrasione, ma in caso di caduta rovinosa può strapparsi il cotone che costituisce buona parte della struttura del capo, vanificando le doti protettive degli inserti.
In ogni caso questi jeans non possono avvicinarsi all'essere omologati o omologabili.
Draggin
Draggin, ditta australiana, produce da anni jeans con toppe in kevlar. Sul sito istituzionale affermano di superare ora i test di abrasione del livello 1 della normativa EN 13595: "Draggin Jeans are the only motorcycle jeans in the world to pass this CE test lasting an average of 4.4 seconds. Draggin Jeans have also passed CE burst and tear tests."
Ma attenzione: i jeans Draggin NON sono omologati!
Dando un occhiata al test report (rilasciato comunque dal Satra, ci si può fidare), i risultati lusinghieri nei test sono stati ottenuti con un pantalone interamente foderato della miscela di kevlar. In realtà i modelli a catalogo offrono le protezioni solo nei punti sensibili. Un mistero incomprensibile: la Draggin contattata non ha voluto svelare l'arcano.
In ogni caso ciò dovrebbe rassicurarci che almeno nei punti protetti il Kevlar (fibra poliammidica) + Dyneema (una fibra polietilenica ad alta tenacità usata in corderia) la protezione dovrebbe essere dignitosa... anche se i 4 secondi sono una garanzia solo a velocità urbana. Ad andatura veloce in caso di incidente il rischio è lo stesso menzionato in precedenza: magari la fodera resiste ma si può strappare o forare il jeans in zone non protette. Comunque non è raro trovare nei forum testimonianze di clienti Draggin che hanno subito abrasioni e il jeans si è bucato in più punti dopo una scivolata. Anche in questo caso, nonostante i test, si tratta sempre di un compromesso per uso molto tranquillo e prudente.
Esquad
Questa marca francese ha fatto molto parlare di sè, un po' per l'estetica dei propri modelli, un po' per la tecnologia impiegata, un po' per l'impatto comunicativo delle proprie campagne stampa. I prezzi sono decisamente sopra la media. Si tratta di indumenti realizzati in un tessuto (Armalith) realizzato da filamenti di UHMWPE (Polietilene con Elevatissimo Peso Molecolare) rivestiti di cotone. Stando alle dichiarazioni della casa madre questo tessuto supera il livello 1 per l'abrasione della EN 13595. E (solo) per questo motivo li prendiamo in considerazione.
Ma attenzione, anche in questo caso i jeans Esquad non sono omologati!2
Esistono sia in versione con materiale resistente solo nei punti sensibili, sia con tutta la superfice in Armalith (i più interessanti e costosi). Il modello di punta presenta anche protezioni morbide che vengono dichiarate rispondenti alla EN 1621 (ma una ginocchiera supplementare magari da 70J non ci sta male) e di inserti in Nomex nei punti a rischio abrasione. Il Nomex è una fibra Dupont in misto-kevlar, dalle buone caratteristiche di isolamento dal calore.
Per quanto riguarda le dichiarazioni di resistenza all'abrasione, ci permettiamo un appunto. Se è vero come dicono che i test sono stati eseguiti da un ente certificato (sarebbe interessante che mostrassero i report), il confronto col cuoio lascia sempre il tempo che trova. Dire "resiste più della pelle/cuoio" vuol dire tutto e niente, perché la pelle, essendo un materiale organico, può avere caratteristiche meccaniche variabili a seconda della concia, della lavorazione, dello spessore, della povera mucca che la "indossava". Inoltre le dimostrazioni spettacolari, come i jeans che sollevano un Hummer o lo stunt che scivola a 100 km/h non devono trarre in inganno: la resistenza alla trazione non coincide con la resistenza all'abrasione, e una scivolata gestita in modo da distribuire il peso su di un'ampia superficie minimizza l'effetto abrasivo.
Quindi diffidate dalla pubblicità: ad velocità superiori a quelle urbane anche il famoso Armalith non garantisce più una sufficiente protezione, e una caduta può determinare il danneggiamento del jeans (e di ciò che vi sta sotto...). Diamo per buoni con riserva (siamo un po' scettici sui dati di riferimento mostrati nelle tabelline) i 4 secondi di abrasione: meglio di niente ma sicuramente non abbastanza per garantire un'elevata sicurezza fuori città.
Citiamo infine, per dovere di cronaca, i jeans Giali, che hanno avuto un momento di gloria per il test di una rivista francese che li vedeva vincitori per rapporto protezione/prezzo, con risultati nel test simili a quelli dei Draggin. Il test, però, per quanto pittoresco era effettuato trainando uno stunt alla velocità di 40 km/h. Non esattamente un test scientifico, quindi non sappiamo dirvi quanto rigoroso.
In conclusione: abbiamo visto che meglio un jeans tecnico che i bermuda o i pantaloni normali. Ma attenzione a sentirsi sicuri: i jeans tecnici (come d'altronde buona parte dell'abbigliamento definito "da moto") hanno ancora molti limiti a livello di protezione dall'abrasione e resistenza allo scoppio e allo strappo. Usateli per i brevi tragitti con sempre ben chiaro che sono decentemente sicuri solo a velocità moderate.
Ovviamente indossate sempre anche protezioni morbide omologate su ginocchia e anche. Se possibile magari anche di buona qualità e testate per impatti superiori al minimo di legge.
1) Otte, D., Schroeder, G. & Richter, M. (2002), Possibilities for load reductions using garment leg protectors for motorcyclists - a technical, medical and biomechanical approach, 46th Proceedings, Association for the Advancement of Automotive Medicine, pp 367-385.
2) È utile ribadire che la EN 13595 è indivisibile. Che un capo superi uno dei test previsti non comporta in alcun caso l'omologazione. L'omologazione è presente solo se il capo rispetta tutti i parametri costruttivi e supera tutti i test, secondo le norme EN 13595-1, 13595-2, 13595-3. 13595-4. In questo caso vantare il superamento (senza alcuna certificazione, tra l'altro) di solo un punto della normativa è da intendersi come pubblicità.
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