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io ho fatto la mia parte,di Andrea “McBaldis”
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L’inverno è finito, oggi è un bel sabato primaverile e il giro programmato dal motoclub “allucchettati” parte da Firenze per attraversare il chianti fino a Castellina, scendere sulla cassia a Poggibonsi, passare dal “nurburgring di noiartri”: S. Gimignano – Castel S. Gimignano e andare al mare dalla via volterrana.
A Strada in Chianti facciamo la foto di gruppo e poi partiamo baldanzosi per una giornata di sole, moto, curve e perchè no un buon pranzo a base di pesce! Quasi alla fine del tratto di strada in discesa da Castellina in Chianti a Poggibonsi perdo l’appoggio della ruota anteriore della mia VFR800, io e la moto scivoliamo sull’asfalto, la moto si incastra sotto al guard rail e io ci passo sotto.
Respiro a fatica, mi tolgo il casco da solo, non controllo il piede sinistro quindi tibia e perone sono sicuramente rotti, non riesco ad alzarmi in piedi, il respiro si fa sempre più affannato. I miei amici chiamano il 118 e il medico si accorge subito che la situazione è più grave di quanto io percepisco, mi porterà al CTO di Firenze l’elicottero Pegaso che arriva sul posto dopo pochi minuti, ricordo solo le porte dell’ elicottero che si chiudono poi mi si chiudono gli occhi.
Mi risveglio dopo una settimana di coma indotto e per un’ altra settimana mi vengono somministrati morfina e antibiotici vari, nei pochi momenti di lucidità mi vedo fili ed elettrodi addosso, non riesco a parlare perchè sono intubato, ho un tubo nel naso che serve per alimentazione, vedo gli infermieri che cambiano bottiglie di flebo. Finito questo trattamento passo alla terapia sub-intesiva e finalmente sono lucido e un dottore mi racconta tutti i miei guai: emo-pneumotorace, un ematoma mi bloccava il polmone, ecco spiegato il respiro sempre più affannato; frattura del femore, fratture varie alle costole, tibia e perone sinistro con fratture multiple e scomposte, talmente gravi da lasciare una sola soluzione: amputazione sotto il ginocchio, ecco spiegato perché sentivo un dolore alla gamba sinistra ma non vedevo il mio piede.
Passo un paio di mesi al reparto ortopedia dove mi curano per far rimarginare l’amputazione, durante la prima settimana di luglio vengo trasferito in centro di fisioterapia (da dove sto scrivendo questa lettera), per avere una protesi dovrò aspettare altri due mesi.
Tutto questo è successo a me che vado in moto da oltre venti anni, un “diversamente smanettone” che fa diecimila kilometri all’ anno e quel giorno avevo addosso tutto l’abbigliamento tecnico possibile: casco, tuta, guanti, stivali e paraschiena; io ho fatto la mia parte ma contro un guard rail che da qualunque parte lo guardi ha uno spigolo tagliente sono rimasto mutilato, immaginate cosa sarebbe successo se avessi sbattuto il torace o il collo.
http://www.moto.it/forum/framehelper.aspx?g=posts&t=5595
http://www.pianetariders.it/2010/11/a-proposito-di-guard-rail-moto-sicur...
queste sono le cose che contano,il resto sono solo parole.
al momento non ho altre parole
stiamo attenti per strada, facciamo il possibile...e cerchiamo di avere fortuna. e attiviamoci, riduciamo il rischio.
A Strada in Chianti facciamo la foto di gruppo e poi partiamo baldanzosi per una giornata di sole, moto, curve e perchè no un buon pranzo a base di pesce! Quasi alla fine del tratto di strada in discesa da Castellina in Chianti a Poggibonsi perdo l’appoggio della ruota anteriore della mia VFR800, io e la moto scivoliamo sull’asfalto, la moto si incastra sotto al guard rail e io ci passo sotto.
Respiro a fatica, mi tolgo il casco da solo, non controllo il piede sinistro quindi tibia e perone sono sicuramente rotti, non riesco ad alzarmi in piedi, il respiro si fa sempre più affannato. I miei amici chiamano il 118 e il medico si accorge subito che la situazione è più grave di quanto io percepisco, mi porterà al CTO di Firenze l’elicottero Pegaso che arriva sul posto dopo pochi minuti, ricordo solo le porte dell’ elicottero che si chiudono poi mi si chiudono gli occhi.
Mi risveglio dopo una settimana di coma indotto e per un’ altra settimana mi vengono somministrati morfina e antibiotici vari, nei pochi momenti di lucidità mi vedo fili ed elettrodi addosso, non riesco a parlare perchè sono intubato, ho un tubo nel naso che serve per alimentazione, vedo gli infermieri che cambiano bottiglie di flebo. Finito questo trattamento passo alla terapia sub-intesiva e finalmente sono lucido e un dottore mi racconta tutti i miei guai: emo-pneumotorace, un ematoma mi bloccava il polmone, ecco spiegato il respiro sempre più affannato; frattura del femore, fratture varie alle costole, tibia e perone sinistro con fratture multiple e scomposte, talmente gravi da lasciare una sola soluzione: amputazione sotto il ginocchio, ecco spiegato perché sentivo un dolore alla gamba sinistra ma non vedevo il mio piede.
Passo un paio di mesi al reparto ortopedia dove mi curano per far rimarginare l’amputazione, durante la prima settimana di luglio vengo trasferito in centro di fisioterapia (da dove sto scrivendo questa lettera), per avere una protesi dovrò aspettare altri due mesi.
Tutto questo è successo a me che vado in moto da oltre venti anni, un “diversamente smanettone” che fa diecimila kilometri all’ anno e quel giorno avevo addosso tutto l’abbigliamento tecnico possibile: casco, tuta, guanti, stivali e paraschiena; io ho fatto la mia parte ma contro un guard rail che da qualunque parte lo guardi ha uno spigolo tagliente sono rimasto mutilato, immaginate cosa sarebbe successo se avessi sbattuto il torace o il collo.
queste sono le cose che contano,il resto sono solo parole.
L'avevo letto su moto.it ma a parte l'angoscia iniziale e pur comprendendo il gesto del ragazzo a cui va tutta la mia stima e solidarietà alla fine ho percepito che c'era qualcosa che mi infastidiva... Parto dal principio che Andrea ha fatto tutto quello che un diligente motociclista farebbe: era ben vestito, aveva un esperienza adeguata e da come scrive non si percepisce sia un motociclaro da sparo a 150Km/h in centro urbano. Per cui cinicamente mi chiedo: "Cui prodest?".
E' evidente che certe attività sono rischiose, forse sono belle proprio per questo, per l'adrenalina e le sensazioni che generano. E' anche evidente che se qualcosa "va storto" le conseguenze possono essere gravissime. Io spero che tutti noi ne siamo coscienti. E quindi, adesso che lo sappiamo cosa facciamo? Non andiamo più in moto? Non viaggiamo in auto? Non usciamo da casa? Sicuramente Andrea voleva condividere la sua esperienza, ma al di la del fatto specifico, che altro dovrebbe comunicare che già non dovremmo sapere? Razionalmente, al di la dell'emozione per la storia personale, cosa ci da' la lettura di questo articolo?
Io la mia scelta l'ho fatta: non rinuncio a nulla di ciò che mi piace pur approcciando tutto con la massima diligenza ed umiltà uniti ad una buona assicurazione. Per il resto, che non controllo, ci penserà il destino che spero sarà buono con me!
Quando ci sono i guardrail bisogna avere il "coraggio" di andare a una velocità "ragionevole" e di piegare a moto abbastanza dritta. Altrimenti è una roulette russa.
Posso sapere la fonte di questo testo che lo metto in apertura....? Il link.
Quando ci sono i guardrail bisogna avere il "coraggio" di andare a una velocità "ragionevole" e di piegare a moto abbastanza dritta. Altrimenti è una roulette russa.
Posso sapere la fonte di questo testo che lo metto in apertura....? Il link.
L'avevo già letto anch'io,lui ha fatto quello che doveva fare ma purtroppo ha incontrato un guard rail,è questo l'aspetto che secondo me voleva far notare,quello di pretendere infrastrutture a norma di motociclista.......il resto del racconto è solo destino,uno può anche scrivere di essere entrato in coma per una caduta dalle scale,sarà capitato sicuramente anche questo ma non ci si può fare nulla.
Si, in effetti mi sono soffermato poco sulla parte finale! L'articolo acquisice un ottica completamente diversa... Questa storia dei guard rail mi pare assurda!
Posso sapere la fonte di questo testo che lo metto in apertura....? Il link.
Penso che sia uscito per primo (agosto 2010) qui: http://www.moto.it/forum/framehelper.aspx?g=posts&t=5595 per essere poi ripreso con una segnalazione in home page.
concordo anch'io nel rallentare quando si vedono a bordo strada i guardrail.
auguro al tipo di rimettersi in forma al meglio!
auguro al tipo di rimettersi in forma al meglio!
Purtroppo ci vuole più "coraggio" a chiudere il gas fra i tornanti pieni di guardrail che a buttarsi in piega... È difficile resistere alla tentazione e all'illusione di essere infallibili.
Tutta la solidarietà, ma il davanti di una moto non scappa per i fatti suoi. C'è la velocità di percorrenza, l'inclinazione del veicolo, lo stato delle gomme, la valutazione dello stato della strada. Sicurezza è prima di tutto questi elementi. Se la moto ti casca sotto hai sbagliato a valutare uno degli elementi... e un Vfr con le gomme buone non perde l'anteriore così, da solo.
Non è colpa della strada, né del guardrail. Ma se io stamattina faccio le scale, e magari sono sprizzante di energia (cosa non vera, ahimè), e quindi preso dall'entusiasmo voglio fare più gradini possibile in un salto solo... Però sbaglio a valutare e invece di spiccare il salto a 4 gradini dal pianerottolo lo spicco a 5 gradini, facilmente mi ammazzo o mi rompo qualche osso o sbatto la testa. Per uno stupido errore di valutazione.
Però per fortuna quando facciamo le scale in genere non ci facciamo prendere da facili entusiasmi e valutiamo istintivamente di fare un gradino alla volta, di saltarne al massimo un paio. Abbiamo cose pericolosissime come le scale in tutte le case (quanta gente si è fatta male serio cadendoci). In moto è diverso.
Si va a pranzo, si mangia, si beve, si è stanchi, si è euforizzati dall'aria fresca, dalla velocità, dalla compagnia. E nessuno lo ammette mai.
Invece nella guida extraurbana (in città ci sono altri fattori) la sicurezza non è tanto l'abbigliamento, quanto saper valutare freddamente le proprie condizioni mentali. Oh, poi l'errore accade comunque. Ma dobbiamo avere la lucidità di essere sempre nelle condizioni in cui un errore è meno letale possibile.
E ci vuole "coraggio". Fiondarsi con la moto al limite di aderenza di fronte a un guardrail non è coraggio, è incoscienza. Anche le persone sagge e mature soffrono di incoscienza, se la vogliamo definire "non essere coscienti" della situazione in cui siamo.
Poi definitemi moralista, ma io sono convinto che la sicurezza parte prima di tutto dalla propria testa e dalla capacità di riconoscere (e ammettere) i propri errori. Non è la moto che perde l'anteriore cribbio così, non è mica imputabile di distrazione la moto! Siamo noi che sbagliamo la curva.
Che poi i guardrail non ci perdonino gli errori è un altro paio di maniche. Ma bisogna difendersi, no sfidare.
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