Verso novembre 2008, dopo anni da utilizzatore di paraschiena sia in moto che su sci e dopo averne smontato alcuni (tra cui dei vecchi Ufo, di cui uno spaccatosi dopo una rovinosa caduta in montagna), decisi di sperimentare la costruzione artigianale di un paraschiena.
L'idea iniziale era molto semplice, non avevo assolutamente in mente di testarlo in modo serio: si trattava quasi di un gioco. Il primo prototipo era un semplice "coso" di gomma piuma (simile alle imbottiture montato su alcune costose giacche). Ho poi conosciuto una persona inserita nel settore che mi ha fornito una certa quantità di un materiale shock absorber (schiuma microporosa caricata sughero) e che mi ha incoraggiato nella costruzione questa volta di un vero e proprio paraschiena.(continua...)
Tipologia: paraschiena per motociclisti Marca: Axo Modello: Batty Normativa di riferimento: omologato secondo la EN 1621.2 Sito Internet:www.axo.it Prezzo al pubbblico / prezzo scontato: 100 euro circa 100 % Made in Italy
Materiali: Struttura a nido d'ape in PP (polipropilene) 10 mm; PU (poliuretano) 5 mm (densità 100 Kg/m3); PU integrale, Rete traspirante in poliestere 3mm Caratteristiche: paraschiena per motociclisti di livello 2 testato a -20°C (evenutale utilizzo per sciatori) Taglia esaminata: L; altezza da cm. 182 a cm. 198; vita/spalla da cm. 49 a cm. 52
Risultati TEST: al giorno d'oggi non sono disponibili test indipendenti, il produttore dichiara 6.6 kN per la taglia S, 6.3 kN per la taglia M, 7 kN per la taglia L
Descrizione Prodotto: Il paraschiena è di marca Axo. La Axo recentemente è diventata famosa per aver spacciato pezzi di plastica non omologati come paraschiena. Forse per "vendetta" ha ora in listino questo paraschiena a mio avviso eccellente. Tuttavia ha ancora in listino (vedi loro sito) i pezzi di plastica.
È omologatoEN 1621.2 ed è, cosa per me fondamentale, testato a -20°C; in questo modo è stata verificata la reale qualità dei materiali e la funzionalità a temperature rigide (vi parla un motociclista-sciatore).
Alcune marche spacciano i loro prodotti come utilizzabili durante la pratica di discipline invernali pur non avendo testato il prodotto a -20°C, dato che purtroppo questo test è facolatativo e non vi è una normativa di riferimento riguardante i paraschiena per sciatori.
Io personlmente ho scelto questo paraschiena tra perché mi è stato consigliato da una persona di cui ho fiducia, anche se i dati dichiarati non sono i migliori in assoluto. Tuttavia fonti ufficiose riportano altri dati decisamente convincenti (e se qualche rivista, magari nostrana, si degnasse di testare e non elencare solamente i paraschiena italiani, gliene saremmo molto grati. Accettiamo anche donazioni per pagare il test ).
Altro, ma non ultimo motivo, per il quale ho scelto questo paraschiena è la ottima protezione da penetrazione offerta dallo strato di honeycomb (nido d'ape) di polipropilene. Spesso la protezione da penetrazione, che ritengo molto importante, è trascurata dagli acquirenti (per ignoranza) e dai produttori (poichè la normativa è a mio avviso lacunosa e non lo prevede). Il paraschiena, mi hanno segnalato, è talvolta difficile da reperibile nei negozi.
Caratteristiche di confort e prova dinamica: Personalmente utilizzo il prodotto da circa 6 mesi. Lo ho utilizzato in due attività (moto e sci) e in qualsiasi condizione (bufera a 3000 mt. - sole in riva al mare). È un paraschiena relativamente rigido, nato per le gare in velocità. Tuttavia, utilizzato su una endurina (senza fare hard enduro), non ha dato alcun problema. Pur se non tra i più leggeri (circa 1 kg con con la bilancia da cucina), una volta indossato non dà alcun fastidio.
Per ora non ha dato problemi di eccessiva sudorazione, la ventilazione è abbastanza buona. Il record di utilizzo è stato di 9 ore (praticamente) senza pausa, si è rilevato comodissimo: non ha causato dolorini, come avevano fatto i miei due precedenti paraschiena. Sinceramente mi sento di consigliarne l'acquisto, nonostante due note negative: la parte più interna, esposta alla sudorazione, l'avrei preferita lavabile; il velcro è troppo ruvido, spiacevole al tatto.
Immagini originali
ed infine l'axo batty a c.ca 3000 mt. in compagnia di piccozza e casco! :P
Sono presenti sul mercato molti capi di abbigliamento realizzati in cotone. Spesso non viene "dichiarato il cotone", ma si usano altri termini per indicare il tessuto. I più usati sono denim e canvas. Ma cosa rappresentano questi due nomi?
Come i più, io non ho una forte conoscenza del cucito o simile; però ho fatto delle ricerche.
Il denim, come possiamo leggere anche solo su it.wikipedia.org, è il tessuto "che si usa per confezionare i blue-jeans [...] realizzato [...] oggi interamente in cotone".
Quindi, anche se esistono blue jeans prodotti con "toppe" di cordura, kevlar o altri materiali, io diffiderei da jeans da moto in denim.
Anche il canvas, leggiamo in rete, è normalmente fatto di cotone*. E, benchè possa essere più resistenze di "comuni" giacchette, io mi affiderei ad altri materiali.
È tuttavia da ammettere che giacche e pantaloni, realizzati in cotone "un-po-più-robusto" e che montano protezioni en 1621.1, se fossero effettivamente immobili -le protezioni- in caso di caduta, proteggerebbero più del niente, di una semplice felpa o da una giacchetta. Però tale concetto non deve essere estremizzato e in ogni caso va applicato solo in città (velocità inferiore ai 45 kmh), dove i casi di abrasione prolungata sono rari. Io, personalmente, sono favorevole ad un altro tipo di abbigliamento.
Noi il cotone in moto, non lo consigliamo.
*da en.wikipedia.org: "Modern canvas is usually made of cotton."
Nell'ultimo periodo alcuni conoscenti purtroppo sono incappati in incidenti su due ruote. Precisamente quattro, di cui tre hanno coinvolto scooter.
Voglio parlarne per far capire come l'abbigliamento tecnico, le protezioni siano essenziali in caso di incidente.
In tutti questi incidenti i protagonisti indossavano casco jet. Tutti gli incidenti si sono svolti a velocità basse (40 kmh).
In tre su quattro incidenti il non avere casco integrale ha determinato abrasioni sul volto. In un caso ciò ha comportato 8 punti sul mento.
In tutti e quattro gli incidenti, causa mancanza abbigliamento tecnico, si sono avute abrasioni sulle mani, sulle braccia e sulle gambe, fortunatamente nulla di grave; in un incidente la mancanza di protezioni ha comportato la rottura di un gomito.
Questi incidenti si sono svolti a velocità basse. Pensate a cosa può succedere a velocità elevate.
Molte persone deridono (!) coloro che usano l'integrale in scooter, coloro che usano abbigliamento tecnico. Oltre all'ignoranza anche questo non favorisce la diffusione di una vera "cultura della sicurezza".
Chi ci tiene alla propria salute e alla propria incolumità deve fregarsene, detto fuori dai denti, dei giudizi della gente ignorante e superficiale. Meglio sentirsi dare del "robocop" piuttosto che stare fermi un mese senza pelle o mangiare per sei mesi con una cannuccia. Non abbiate paura di sembrare esagerati anche in scooter. Abbiate piuttosto paura di non essere protetti. (N.d.R.)
Da tempo oramai si sentono voci che sostengono la sostituzione dei guardrail oggi adottati con quelli di ultima generazione. Che sono rispettosi anche di noi motociclisti.
Ovviamente ciò risparmierebbe delle prezione e sacre vite umane, ma quante effettivamente?
In rete si trovano statistiche che parlano di centinaia di motociclisti feriti o deceduti a causa di impatti con i guardrail. Non ho trovato al momento dati precisi in merito.
Cercheremo quindi di essere più obiettivi.
Secondo l'ISTAT ogni anno muoiono tra le 1500 e le 1900 persone sulle dure ruote, nel nostro paese. Quanto NOI, semplici persone, possiamo fare, in modo relativamente economico, per essere più sicuri?
Un morto su tre e causate dalle condizioni della strada. Quindi circa il 33%.
Bene, secondo una statistica americana (avete presente i caschi senza visiera?) il 73% degli incidenti mortali coinvolge motociclisti che non portano la visiera (Hurt Report).
Bene, direte, ma la visiera io la porto.
Bene, portate abbigliamento protettivo?
Ecco una citazione in merito:
"He [Munich, Schuller et al. 1986] concluded that motorcycle clothing is
significantly effective in preventing or reducing at least 43% of injuries to the skin
and soft tissue with a 63% reduction in deep and extensive injuries.
More recently Otte et al (2002), has found that riders wearing protective clothing
had significantly fewer leg injuries in crashes at the same relative speed (eg 40%
vs 29% injury free at speeds between 31-50 km/ph). He also identified a
significant benefit in reduction of foot injuries for riders wearing high boots.
Overall he also reported that riders without protective clothing sustained injuries
in collisions at lower speeds (80% at < 50 km/h compared to 80% <60 km/h for
riders with protective clothing)."
Quindi si parla di una FORTE riduzione statistica, benchè nello stesso documento da cui ho citato (Motorcycle protective clothing - Autori: Liz de Rome, Presenter, Guy Stanford - Anno: 2003), si dica di come non si prevengano il rischio di penetrazione e altri rischi (si tratta tuttavia di uno studio più "antiquato" (EEVC, 1993). In finale, siano benvenute le iniziative anti guardarail, ma personalmente consiglio ai motociclisti di proteggersi in primis usando abbigliamento tecnico (preferibilmente, quasi obbligatoriamente omologato); poi si potrà anche pensare alla sostituzione di guard rail, assassini sicuramente; ma il costo della sostituzione sarebbe molto oneroso per lo stato.
E quindi sarà ovviamente (la sostituzione) distribuita nel lungo periodo. Conviene perciò (statisticamente, se non per altro) proteggersi da soli, ORA!
alaxandair
Inviate commenti a: alaxandair[@]motosicurezza.com (eliminate le parentesi quadre)