Ecco un nostro commento critico su ciò che abbiamo visto all'EICMA 2011.
CLOVER
La Clover, che già a Colonia 2010 aveva presentato una giacca in tessuto certificata EN 13595, si può dire che è la prima azienda ad avere una range completo di capi (giacca, pantaloni, tuta) certificato. Le giacche in tessuto sono: TEKNO WP, ROAD WP; quelle in pelle: TRIFORCE JACKET; la tuta: RS-2; i pantaloni: TEKNO e TRIFORCE, il primo in tessuto, il secondo in pelle. La gamma è stata certificata tutta EN 13595 livello 2, tranne le giacca in tessuto Road che è livell 1. Le protezioni sono prodotte in Italia, dalla Betac di Padova.
Rispetto alla giacca presentata a Colonia ci è saltato subito nell'occhio che le giacche sono dotate di bretelle inguinali (come le giacche certificate Halvarssons e Scott Leathers), ciò permette di proteggere "a livello certificazione" anche in assenza di pantaloni certificati, situazione usuale in città. Un anno fa avevamo infatti "criticato" la scelta di non mettere le bretelle inguinali, ovvero di rendere la giacca protettiva solo se abbinata a dei pantaloni certificati.
Le giacche in tessuto, impermeabili e "quattro stagioni" sono disponibili anche in varianti con inserti ad alta visibilità. I tessuti usati sono, essenzialmente, Nylon 700 D per la ROAD, vari Nylon, tra il 700 e il 1100 D, per la TEKNO. La giacca Road resiste 6.37 secondi nelle zone 1 e 2, gli altri capi in tessuto in queste zone resistono 9-10 secondi. Quindi in tutti casi si è abbondantemente sopra i requisiti del livello.
I capi in pelle sono realizzati utlizzando pelle bovina da 1.2 mm. Peccato che per seguire le esigenze di moda e di mercato si siano dovute mettere delle "protezioni esterne" (leggasi: specchietti per le allodole) sulle spalle. Purtroppo gli acquirenti lo richiedono e lo vedono come marchio di protezione e qualità. A nostro avviso sono assolutamente inutili e in alcuni casi anche dannose. I capi in pelle, nelle zone 1 e 2, resistono 7.43 secondi, ovvero 0.43 decimi sopra i requisiti del livello.
E' apprezzabile lo sforzo di Clover, unica italiana, ad avere una linea (quasi: sono assenti ad esempio i guanti e le calzature) completa certificata, senza se e senza ma "visibili" in assenza di test indipendenti.
I prezzi sono elevati, ad esempio il pantalone TRIFORCE costa circa 400 euro, la giacca in pelle 500, la giacca in tessuto più economica, la ROAD, 590. Interessantissimo invece il prezzo della tuta RS-2, la cui pelle è conciata in Italia, che si assesta a circa 950 euro.
DAINESE
La Dainese, marca che in Italia e su questo blog non ha bisogno di presentazioni, ha presentato dopo dieci anni di test come "pronta per il commercio" la propria tecnologia D-Air, destinata a essere la base di due modelli di capi per motociclisti con dispostivo Airbag. Il D-Street e il D-Racing. Il primo è la versione da strada, il secondo da pista. I due modelli sono profondamente diversi, sono entrambi accumunati da un costo assai elevato. Entrambi i sistemi hanno una gestione elettronica computerizzata.
D-Street, destinata all'utilizzo di ogni giorno, ha un tempo totale di intervento di 45 millisecondi (secondo Dainese a velocità urbana solo valori così bassi, ovvero solo valori uguali o minori, riescono a proteggere realmente al primo impatto). Questo tempo è il tempo di intervento più veloce presente sul mercato. Il sistema è dotato di due parti elettroniche (il costo totale è circa 1000 euro), una è sita sulla forcella della moto (che è capace di riconoscere un incidente), l'altra sulla giacca. Il protettore, una volta gonfiato, protegge torace, schiena, clavicole e parte del collo. La forza residua è di circa 3 kN. La connessione elettronica è stata testata per non subire interferenze e non farne. Il sistema sarà certficato EN 1621.4 (futura norma degli airbag).
Durante la visita all'EICMA nessuno però ci ha saputo dare informazioni sul tessuto della giacca (si è confuso addirittura il Goretex, membrana impermeabile, con il tessuto esterno esposto all'abrasione). A nostro avviso è importante, in caso ad esempio di scivolata, che la giacca e il protettore siano resistenti all'abrasione.
Il D-Air invece è composto da una sola parte, sita sul capo (sulla tuta) del pilota. Si apre in 30 millisecondi e protegge collo, spalle e clavicole. Anche in questo caso la forza residua è di circa 3 kN. Il funzionamento computerizzato di attivazione è basato su dei sensori di movimento (giroscopi). Si attiva quindi quando riconosce che le combinazione di forze e accellerazioni agenti sui giroscopi rappresentano una caduta. Anche questo sistema, oltre alla varie certificazioni "elettrotecniche", sarà certificato EN 1621.4
I sistemi Dainese, molto costosi per l'utente finale, sono sicuramente molto interessanti e detengono il primato di essere più veloci. Personalmente ritengo che si debba riflettere se effettivamente vale la pena, per l'utente finale, spendere tanti soldi, quando esistono già ora paraschiena da 3 kN. Anche a livello aziendale non sarebbe più retributivo investire su tecnologie tradizionali, visto che esistono progetti di paraschiena da 2 kN? Probabilmente la soluzione sarebbe una sinergia di "tradizione" e innovazione, poiché non si può investire su airbag ma tralasciare l'abrasione, i protettori ai fianchi etc.
SOUBIRAC
Marca francese non nota e non importata in Italia. Ha presentato una gamma di giacche in pelle di design "pesante" e tradizionali, dotate di membrana impermeabile Sympatex, certificate EN 13595 livello 2 da laboratori francesi. Ha presentato anche delle calzature EN 13634 e dei guanti. Questi ultimi sono stati presentati come in via di certificazione EN 13594 (norma in vigore e non quella futura di cui abbiamo parlato qua), ma a prima vista almeno un modello sembrerebbe certificabile solo livello 1 della nuova norma, a giudicare dai tessuti usati.
JOFAMA
La Jofama ha ripresentato la propria gamma, purtroppo senza la giacca e i pantaloni livello 2, ma solo livello 1, a causa delle esigenze del mercato. Ha presentato tre nuove calzature, due da turismo e una spor tourer. Per quanto riguarda la problematica dei guanti Safety Grip, certificati EN 13594, che avevano un filo non resistente alle sollecitazione e al tempo (si sfibrava), abbiamo contattato un perito che ci darà maggiori informazioni. Vi faremo sapere presto.
MOTOAIRBAG
La marca italiana di airbag ha riprosto il suo modello, aggiornato, in quanto a certificazione, con la norma provvisoria EN 1621.4. Si tratta, coi suoi 80 millisecondi, di uno degli airbag più veloci in circolazione. Una novità di questo anno è il gilet da pista, più compatto rispetto ad un gilet normale, con la possibilità di una "rimozione veloce" tramite un doppio velcro sulla spalla sinistra. Il tessuto di tale airbag ha inoltre passato (non si sa in che misura) il test EN 13595; abbiamo quindi, finalmente, un airbag che "si occupa" anche di abrasione.
FURYGAN
Con gli amici di l'equipement.fr (che pubblicano alcuni nostri articoli tradotti in francese) abbiamo visitato lo stand Furygan, poiché avevano annunciato la certificazione di una gamma di prodotti. Tuttavia tali prodotti presentavano delle incompatibilità fortemente palesi rispetto alla EN 13595, come mesh in zona 2, cuciture singole. Dopo un breve colloquio con un responsabile, che si è rivelato molto disponibile, abbiamo infatti scoperto che i capi non sono certificati ma che "ci stanno lavorando su". Infatti hanno in azienda delle macchine con le quali testano i tessuti e vogliono giungere ad avere dei capi certificati a breve.
Abbiamo poi visitato lo stand della Dix, importatrice della Forcefield in Italia. Non ci sono novità di grande spessore, a parte un gilet con paraschiena (in "stile" Komperdell) e dei protettori per ginocchia (ancora in fase di sviluppo), da utilizzare sopra normali jeans, veramente sottilissimi e molto ergonomici (a livelli mai visti). Abbiamo poi scoperto che la Axo è diventata l'importatrice ufficiale della Draggin, l'azienda australiana che produce l'unico jeans da moto certificato CE, da noi qui recensito. Con grande sorprese e stupore i responsabili, sia australiani che italiani, ci hanno detto che la dirigenza Axo ha deciso di NON importare il pantalone Draggin certificato. Personalmente ritengo questa una scelta assurda, in controtendenza con il mercato che "si sta certificando". I presenti stessi non erano a conoscenza del motivo di tale scelta, ma "a pensar male", si può notare come il capo stonerebbe con la gamma Axo, ove solo alcune calzature sono certificate.
Questo è il riassunto delle novità interessanti che abbiamo notato. Prossimamente speriamo di testare tali novità nell'uso quotidiano e, per alcuni capi, provvedere con la collaborazione degli utenti e di altre organizzazioni, a realizzare anche dei test in laboratorio.