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Estate in moto, prudenza come sempre
L’estate, con le sue vacanze, è il periodo in cui tradizionalmente si utilizza di più la moto. Si fanno i giri al lago, si va al mare, si va in pista e c’è chi fa i lunghi viaggi.
Purtroppo è anche il periodo in cui è più difficile indossare abbigliamento protettivo. D’autunno ed in inverno è più naturale, per via del freddo, mettersi una giacca tecnica, ultimamente è bello vedere anche scooteristi (anche con il cinquantino) utilizzare abbigliamento tecnico e proteggersi. Sempre d’inverno, si vedono sempre più spesso motociclisti con giacche con colori flou e con bande rifrangenti.
Ma d’estate diviene quasi impossibile coprirsi bene, sia per motivi climatici che "culturali" (molti usano la moto solo due mesi l'anno senza nemmeno porsi il problema della sicurezza); anche nelle ore notturne si vedono persone guidare la moto con una semplice maglietta e dei bermuda. Personalmente pur di non andare in giro scoperto utilizzo la macchina a scapito della moto (certo è meno divertente, ma c’è l’aria condizionata!) nelle giornate più calde… e se esco in moto di sera soffro il caldo ma cerco di coprirmi sempre con una giacca certificata EN 13595. Meglio sudare che rischiare!
Sul mercato si trovano delle giacche in mesh (rete) dotate di protezioni, certo non sono ben lontane dall’essere protettive come l’abbigliamento certificato, ma per un utilizzo urbano, a bassa velocità, possono essere una soluzione di compromesso per il caldo di 40° C di questi giorni. Una raccomandazione a chi volesse comprare una giacca in rete: compratela assolutamente con protezioni EN 1621.1 su spalle e gomiti e paraschiena EN 1621.2! E andateci veramente piano. La cordura 500 D resiste al test EN 13595-2 circa mezzo secondo, la rete di nylon sicuramente meno!
Ovviamente la giacca non deve venire da sola…guanti (in pelle, guanti in tessuto li sconsiglio del tutto), scarpe chiuse, pantaloni lunghi (anche di pantaloni in mesh con protezioni ginocchia e fianchi EN 1621.1 ce ne sono sul mercato) e ovviamente casco integrale.
Quando si è meno protetti, giocoforza, essere moderati alla guida e di investire sulla sicurezza a 360° è più che mai indispensabile. Quindi d’estate, come sempre ma di più, si vada piano, si stia attenti e si cerchi di farsi vedere di più. Le strade sono molto più popolate di motociclisti inesperti e automobilisti distratti, quindi doppia attenzione!
Un casco bianco, è stato dimostrato, può abbassare la probabilità d’incidente del 24% (e attira meno radiazioni solari: si riscalda molto meno). L'abbigliamento flou e riflettente può abbassarla del 37%. Quindi, non solo di sera o col brutto tempo, ma soprattutto con la luce abbagliante del giorno in mezzo alla confusione del traffico, cerchiamo di utilizzare anche d’estate abbigliamento ad alta visibilità. Ricordiamo che in questo caso la certificazione è veramente d’obbligo: cercate l’etichetta CE e l’indicazione della norma EN 471 o EN 1150.
Diffidate dei prodotti indicati come certificati o testati secondo queste normative ma con poca superficie flou e non dotati di bande rifrangenti. Interessanti, anche perché naturalmente più traspiranti rispetto a gilet, sono anche le bande rifrangenti (simile alla fascia bianca dei Carabinieri). Anche queste cercatele certificate, la norma in questo caso è la EN 13356, con bordino giallo flou e centro rifrangente. Sull'uso di giubbini alta visibilità, che costano poco, di sicuro non fanno caldo e sono facilmente riponibili, non ci sono scuse. Troppi purtroppo si "vergognano". Si vergognano di usare il casco integrale sul cinquantino, di usare abbigliamento tecnico, di indossare giubbini colorati. Ma secondo noi sicurezza è anche lasciare da parte inutili paranoie e fare ciò che è meglio per la nostra salute. A volte basta davvero poco per fare la differenza.
Un ultimo consiglio: in caso di gite fuoriporta utilizzate abbigliamento non mesh, meglio se certificato. A velocità sostenute il caldo non si sente così tanto, specie se ci si organizza evitando le ore più critiche. Nei percorsi extraurbani, inutile nasconderlo o fare i bacchettoni, ci si vuole divertire aprendo un po’ il gas: l’abbigliamento, quello “vero”, qua serve davvero. Del giubbino mesh, in una banalissima scivolata a velocità sostenuta - che eviteremo in ogni modo di avere guidando con massima prudenza, evitando la stanchezza e il solleone, adeguando sempre la velocità al percorso e controllando sempre lo stato di manutenzione della nostra moto - dicevo, in caso di una banalissima scivolata del nostro giubbino mesh non resterà nulla.
Buona estate, buone vacanze, buon divertimento ma testa ben allacciata, sempre!
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Commenti
5 comments postedArticolo di Alax, a cui ho dato il mio contributo pure io!
... non è vero che con una giacca omologata EN 13595 si soffre e si suda. Ho una Clover Road WP (Lev 1) giallo fluo/nero e con questa 3 settimane fa mi son macinato nel week end oltre 800 km in moto e a tempreture tra i 28 e 37 gradi. Ho tolto la membrana e l' ho messa nella sua tasca posteriore, all' interno della giacca resta una fodera in 3D che assicura una minima ventilazione omogenea tanto da non far sudare minimamente quando si corre anche a basse andature, certo il discorso cambia se si è fermi in colonna ....e credo che l' unica soluzione a questo problema sarebbe di mettere una ventola per estrarre l' aria dalla giacca magari comandata da un minipannello fotovoltaico.... sul genere di quei cappellini con ventola che vendono i cinesi su qualche bancarella.... ma intanto và già bene così com'è e non rimpiango il vecchio giubbetto traforato in mesh che manco resiste alle zanzare
Ma neanch'io trovo così insopportabile l'abbigliamento adeguato,sarà che oramai mi ci sono abituato,boh?
Per le gite poi basta andare in montagna che ci si diverte anche di più,meglio se non di domenica così si evita il traffico,specie i ciclisti.........al mare manco se mi pagano.
Mare in moto è assurdo: strade dritte, trafficate e poi si scende con un sacco di robe da togliersi e non si sa dove mettere.
Roma, caldo, e Chinook (giacca in pelle) tutti i giorni per il casa-lavoro. Si suda, ma e' sopportabilissimo.
P.S.: It's good to be back.